[Novità in libreria] Due favole ecologiche per i più piccoli

Buongiorno Lettori, quest'oggi ho deciso di condividere con voi alcune interessanti novità editoriali pubblicate da una piccola casa editrice molto attenta ai temi ambientali, ovvero Terra Nuova Edizioni. Si tratta di due dolcissimi racconti per bambini, corredati da bellissime illustrazioni; avevo in realtà intenzione di fare solo un'anteprima di presentazione ma siccome la casa editrice è stata talmente gentile da inviarmi copia digitale di entrambi, ho subito cambiato direzione e vi lascio di seguito questa doppia recensione.

"Come le persone, anche gli alberi non sono tutti uguali.
Ci sono alberi di tutte le dimensioni e i caratteri.
Alcuni sono snelli e riservati, come  le betulle, altri bassi e chiassosi come le palme nane, altri ancora vanitosi e profumati come le acacie."

Quella narrata in Julia e la sequoia è una storia vera, e forse per questo ancora più emozionante: il racconto prende infatti spunto dalla figura di Julia Butterfly Hill, un'attivista ambientale che nel 1997, a soli 23 anni, trascorse 738 giorni ad oltre 60 metri d'altezza su Luna, una sequoia millenaria, per bloccare il taglio di una grande foresta nel Nord della California e per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della deforestazione, che ci priva di uno dei più straordinari e importanti tesori del nostro pianeta: gli alberi.

Il racconto è divertente, fantasioso e coinvolgente; non ci sono moralismi, non  ci sono lezioncine, solo il coraggio di una ragazza che invece di stare ferma a guardare agisce, stimolando così i suoi amici a due e a quattro zampe a collaborare per salvare la foresta e suoi alberi. 

Le illustrazioni di Luna Colombini sono favolose, di quelle che ti costringono a interrompere la lettura per osservarle nei dettagli e che rendono una storia già bella di per sé, ancora più ricca ed evocativa.

Il libro infine è perfetto sia per la lettura solitaria, perché il testo è semplice ma non banale e soddisfa anche il lettore un po' più grande, ed è indicatissimo per la lettura ad alta voce ai bambini più piccoli per la brevità delle frasi e specialmente per l'importanza delle illustrazioni.



«Nonno, perché stai seduto tutto il giorno sull’eucalipto?» domandò Elia. 
«È una lunga storia», rispose il nonno scendendo dall’albero.
«Devi sapere che tanto tempo fa questa terra non ci apparteneva, era una bellissima foresta di eucalipti abitata dai koala».

La deforestazione è il tema centrale anche di Mio nonno è un koala, un racconto malinconico e tenero in cui un nonno racconta al nipotino la storia di un koala fuggito dalla sua casa per colpa degli uomini che hanno distrutto il bosco in cui abitava. 

La tristezza della storia è mitigata da un animaletto (un'echidna) che viene ritratto in tutte le illustrazioni in buffe posizioni e dalla decisione del piccolo Elia e del nonno di ricominciare a piantare eucalipti per permettere al koala di tornare a casa.

Quello che amo dei libri per bambini (dei bei libri per bambini) è l'essere in grado di suscitare profonde emozioni con grande semplicità: bastano poche frasi, immagini e colori e con questa combinazione "Mio nonno è un koala" colpisce ed emoziona: è un libro bellissimo!


- Copia pdf ricevuta dall'editore

[Recensione] Il sosia, di Fedor Dostoevskij



Il sosia è un romanzo scritto da Dostoevskij nel 1845, un anno dopo la pubblicazione di Povera Gente, esordio acclamato dalla critica del tempo che stroncò invece questa seconda opera verso la quale l’autore nutriva grandi aspettative che si mutarono successivamente in insoddisfazione, tanto che fu addirittura sul punto di riscriverla interamente.

La storia narra la vicenda di Jakòv Petrovic’ Goljadkin, un impiegato, un personaggio assolutamente comune dalla vita identica a quella di tanti altri burocrati della Russia ottocentesca, la cui quotidianità viene completamente sconvolta dall'ingresso in scena del suo sosia, un personaggio che con lui condivide ogni cosa, dall’aspetto fisico al nome, al posto di lavoro, alle amicizie. Presto la presenza di questo sosia, con il quale inizialmente il “nostro eroe” cerca di allearsi per sbarazzarsi di “certi suoi nemici” - che per tutto il romanzo non si capirà se sono tali solo nella mente alterata del protagonista - e ottenere la stima dei suoi superiori, si trasforma in un vero e proprio incubo quando il Goljadkin-junior, come viene denominato nel romanzo per distinguerlo dal vero Goljadkin, inizia a manovrare in modo infido per iniziare una scalata sociale che porterà Goljadkin-senior alla totale rovina.

La lettura de Il sosia è stata, nonostante le sue 250 pagine, estremamente faticosa. Come sempre Dostoevskij si dimostra un maestro nell’arte di dipingere le ossessioni dei suoi personaggi, rendendo alla perfezione - nei loro discorsi, nella gestualità, nelle espressioni - la confusione delle loro menti. Il ritmo della narrazione è gestito in modo da acuire la sensazione di smarrimento: in modo completamente disordinato si alternano brani di una lentezza esasperante a momenti di azione frenetica e di repentini cambi di umore. La confusione mentale del protagonista si rivela nel continuo mutamento delle sue opinioni e delle sue emozioni: ogni stato d’animo che esprime forza ed energia si muta nel giro di poche righe, a volte addirittura all’interno della stessa frase, nel suo esatto opposto.

Nel procedere attraverso le vicende di Goljadkin noi lettori non abbiamo mai la certezza di cosa stia davvero accadendo: Goljadkin-junior esiste veramente? Lo fa pensare il fatto che tutti i personaggi interagiscono con lui. Oppure è solo un parto della mente di Goljadkin-senior, come possono far credere le risposte evasive del servitore Petruska o gli sguardi di pietà e di derisione che spesso gli lanciano colleghi e superiori? Questo, unito alla scelta di presentare un narratore esterno che ci propone il flusso dei pensieri Goljadkin-senior alternandola al resoconto delle sue azioni e dei suoi movimenti, che spesso si contraddicono tra loro producendo un effetto grottesco, rappresenta un altro elemento che incrementa nel lettore la sensazione di disorientamento.

Insomma, affrontare questo romanzo è stato per me tanto faticoso quanto per il protagonista tentare di liberarsi del suo sosia: una paranoia stressante che ti perseguita continuamente, anche lontano dalla lettura. E cosa si fa quando un libro ti fa provare le stesse emozioni, seppur di ansia e fastidio, e nella stessa intensità di quelle provate dal protagonista? Gli si danno cinque stelle come minimo.

Mancava poco alle otto del mattino allorché il consigliere titolare Jakòv Petrovic Goljadkin si svegliò da un lungo sonno, fece uno sbadiglio, si stiracchiò e aprì finalmente del tutto gli occhi. Per due minuti, però, rimase a giacere immobile nel suo letto come un uomo non completamente sicuro se sia sveglio o se ancora dorma e se tutto ciò che accade intorno a lui sia realtà o non piuttosto la continuazione di un fantastico sognare. Ma ben presto i sensi del signor Goljadkin ripresero ad accogliere, più chiare e più precise, le consuete, abituali impressioni.
(incipit)
Voto: 9.5/10

♥ Questo libro fa per voi se... volete approfondire il tema del doppio in letteratura con un romanzo difficile ma imprescindibile.

Un mese in un post: Marzo 2016


Riesumo questa tipologia di post riassuntivo mensile che avevo smesso di aggiornare da un po' e che adesso mi torna invece molto comodo: come saprete se mi seguite anche su facebook ho deciso di cambiare in parte l'impostazione del blog, smettendo di recensire tutti i libri che leggo ma dedicando la mia passione e il mio tempo per scrivere solo di quei libri che, per un motivo o per l'altro, mi spingono a volerli diffondere (o, in alcuni casi, a cassarli senza pietà).

Altra novità del mese di marzo è l'avvio della mia prima collaborazione con una casa editrice: si tratta di VerbaVolant, editore siracusano che ho conosciuto durante la Fiera Bellissima qui a Milano e che mi ha colpito per la cura che pone nelle sue pubblicazioni, sia per bambini che per adulti (vedrete che meraviglia, ma un'occhiata potete già darla attraverso il loro sito). Questa collaborazione si inserisce nel più ampio progetto di dedicare una sezione del blog (e magari, chissà, uno spazio completamente separato) alla letteratura per ragazzi la quale per me non è solo una grande passione ma credo sia uno degli strumenti più importanti a favore del pensiero critico in tutti gli ambiti della vita, non solo nella lettura.

Ora smetto di sproloquiare dei fatti miei e vi lascio un breve resoconto dei libri che ho letto durante questo mese.

- LE LETTURE DEL MESE -

Amleto, di William Shakespeare
Prosegue la #maratonashakespeariana organizzata dall'omonimo gruppo facebook. Non ho scritto un post legato a quest'opera perché non ne so abbastanza per poter mettere insieme una recensione che abbia un senso, anche solo per parlare delle mie impressioni (perché non sono certo una critica di Shakespeare). Se vi interessa potete comunque trovare il mio micro-commento su Goodreads cliccando sul titolo. 

Il mio parere in stelline: ★★★★★

La ragazza di fronte, di Margherita Oggero
Il secondo libro del mese era una delle letture bonus della sfida #LGS con la quale sto smaltendo non letti come se non ci fosse un domani. Non avevo mai letto quest'autrice che ho trovato abile con le parole nonostante la trama di questo specifico romanzo non mi abbia conquistata. Le darò un'altra possibilità.

Il mio parere in stelline: ★★★


Profumo di cioccolato, di Kathryn Littlewood
Profumo di cioccolato è un romanzo per ragazzi che avevo da qualche mese nella mia libreria e che avevo acquistato attratta dalla copertina cioccolatosa. Storia simpatica e magica che mi ha lasciato un po' di insoddisfazione per il modo in cui è trattato il rapporto tra i genitori e i figli. 

Il mio parere in stelline: ★★★


Divertente. Se avete voglia di una lettura senza pensieri, rilassante, scorrevole e davvero simpatica vi consiglio questo romanzo che, se mi fossi fidata della copertina, non avrei letto nemmeno sotto tortura: quei faccioni in primo piano che la Garzanti ama tanto e il titolo lunghissimo per me sono garanzia di libri inutili. Non che sia una perla letteraria ma è piacevole.

Il mio parere in stelline: ★★★


Benedizione, di Kent Haruf
Qui la recensione l'ho fatta eccome! Questo libro mi è stato raccomandato vivamente e meno male che mi sono fidata: ho trovato una scrittura pulita, netta e minimale che riesce a trasferire senza spettacolarizzazioni da romanzo quella che è davvero la vita.

Il mio parere in stelline: ★★★★★





- GLI ACQUISTI DEL MESE - 

Marzo ha portato un terremoto nella mia libreria: ho finalmente preso la decisione di liberarmi dei libri inutili. Libri brutti, libri presi quando avevo interessi diversi, libri comprati a seguito di scatti di compulsività nei mercatini dell'usato, libri che non in generale non leggerò mai o non leggerò più.
Colpita comunque da questo trauma - perché si sa, liberarsi dai libri per noi lettori è sempre un trauma - mi sono fatta stregare da alcune promozioni in ebook e da una visitina in biblioteca.

Il saccheggio del Kobo store mi ha procurato questi libri (apprezzate per favore il fatto che "Notte di luna", "Scroogled" e "Ypsilon Tellers" erano scaricabili gratuitamente):


Con la visitina in biblioteca ho portato a casa invece due graphic novel: la prima è un classico del genere, la seconda un'uscita recente che mi aveva incuriosito dalla prima volta in cui l'ho vista.

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Adesso che vi ho aggiornato sulle mie novità per il mese appena trascorso fatemi sapere cosa ne pensate delle mie letture, delle new entries e soprattutto cosa avete letto questo mese di particolarmente entusiasmante o, al contrario, di scandalosamente orrendo.

[Recensione] Benedizione, di Kent Haruf


Ci sono romanzi con i quali ho bisogno di prendermi del tempo prima di poter buttare giù due righe: ho bisogno di farmeli entrare dentro e mettere insieme le idee. Con Benedizione non ne sento la necessità: appena chiuso il libro (o meglio, spento il Kobo) avevo già chiare in mente le parole che avrei scritto, devo solo renderle abbastanza efficaci da convincervi a leggerlo assolutamente.

Si, perché Benedizione è un libro bellissimo scritto in modo magistrale, una storia di rimpianti che però non scade mai nel patetico. Il romanzo è ambientato a Holt, in Colorado e vede il protagonista, Dad Lewis, affrontare la sconvolgente notizia di avere ancora poche settimane di vita a causa di un cancro ormai in stadio avanzato e incurabile. Accanto a lui ci sono la moglie Mary, che è stata al suo fianco per tutta la vita, la figlia Lorraine che ha a sua volta perso la propria figlia in un incidente stradale e una serie di altri personaggi, abitanti di Holt, che a causa della malattia di Dad si stringono attorno alla famiglia. Ma non solo: ad accompagnare Dad verso la fine ci sono anche i rimpianti e i sensi di colpa di una vita intera fatta di duro lavoro ma anche di durezza e rigidità.

Il romanzo si dipana tra presente e passato, tra la quotidianità e i ricordi ma senza mai dei veri e propri stacchi netti. È un po' come se tutto ciò che avviene nel romanzo stia accadendo il quel determinato momento e ciò è effettivamente quello che succede quando ricordiamo: ci perdiamo nel passato mantenendo sempre un'ancora con il presente. I capitoli sono brevi e il focus non resta sempre e solo su Dad ma si sposta seguendo gli altri cinque o sei personaggi-chiave della storia. 
Lo stile è essenziale e asciutto, ogni parola è misurata, necessaria esattamente così com'è scritta. I dialoghi sono formidabili, sia perché la scelta di omettere le virgolette rende la scrittura un "tutto" fluido che avvinghia il lettore e non lo lascia andare finché non si è giunti all'ultima pagina, sia perché ogni parola pronunciata da ciascun personaggio è parte integrante della personalità del personaggio stesso.

Parliamo poi dell'atmosfera: quella che si respira in Benedizione è una sensazione di costante attesa che pervade l'intero romanzo. L'attesa della morte di Dad incombe su tutti i personaggi come una cappa, come il caldo soffocante che sembra rallentare lo scorrere del tempo e lasciare i personaggi quasi sospesi tra ricordi e dilemmi morali, tra occasioni perse e scelte sbagliate.

Benedizione è un romanzo straordinario nella sua semplicità e nel suo modo asciutto di raccontare, senza infiocchettamenti o inutili sentimentalismi, eventi tutto sommato ordinari, quotidiani (vita, morte, errori, rimpianti... tutti prima o poi ci arriviamo). Eppure si piange, ma mi sono resa conto che le mie lacrime più che di commozione sono state di liberazione, di sfogo per quell'attesa che alla fine si spezza e che libera i personaggi ma anche noi lettori. Perché nonostante tutto, la vita va avanti.

Voto: 9,5/10

♥ Questo libro fa per voi se... se... non lo so, sono rimasta dieci minuti buoni a cercare un "se". La questione è che secondo me questo libro è meraviglioso, quindi fa per voi se volete leggere un libro meraviglioso.

[Mini-recensione] Terapia di coppia per amanti, di Diego de Silva


"Due amanti che vanno in terapia di coppia". 
È bastato questo riassunto della trama per farmi decidere che io questo libro dovevo leggerlo. Perché due amanti dovrebbero andare in terapia? E soprattutto che problemi di coppia possono voler risolvere, quando l'amante è esattamente il tentativo di fuga dai problemi di coppia con qualcun altro? Non dovrebbe a sua volta creare problemi, sennò che fuga è? 

In realtà la trama del romanzo si svolge più o meno nel modo in cui avrei immaginato potesse svilupparsi, dando alle domande precedenti la stessa risposta che anch'io avevo ipotizzato prima di iniziare a leggere (e che non dirò, sennò spoilero). Credo però che la trama non sia il punto focale del romanzo che è invece rappresentato dalle scelte narrative messe in atto dall'autore: i capitoli alternano i punti di vista interni dei personaggi e sono impostati in modo da riportare sia le descrizioni di ciò che in quel momento il protagonista del capitolo sta vivendo, sia i dialoghi che scambia con gli altri personaggi sia, nel mezzo, tutte le riflessioni e i pensieri che gli vengono in mente, il tutto con un ritmo serratissimo. 

Purtroppo questo ottimo stile narrativo, che l'autore sa gestire molto bene, viene un po' svilito dalla trama non particolarmente originale nel suo svolgimento e un po' forzata in alcuni aspetti (specialmente per quanto riguarda la figura dello psicologo, che mi ha lasciato diverse perplessità). 

I personaggi mi sono piaciuti molto, non tanto come carattere o simpatia (Viviana, una dei due protagonisti, è una rompiscatole di dimensioni colossi) ma per il modo in cui la loro personalità emerge dal romanzo: arriviamo alla fine che li conosciamo meglio noi che loro stessi. Molto divertente invece il personaggio del papà di Modesto: è stato protagonista dei dialoghi più simpatici e brillanti del romanzo. 

A fine lettura sono assolutamente certa di voler approfondire meglio questo autore perché credo che con una trama migliore potrebbe davvero conquistarmi.
Voto: 7.5/10
♥ Questo libro fa per voi se... l'idea vi incuriosisce: a mio parere merita perché il modo in cui è raccontata la storia è originale.

[Mini-recensione] Maschere e corazze, di Pippo Carauddo


Un romanzo davvero piacevole ambientato in un piccolo paese della Sicilia e nel quale le vicende della protagonista, la signorina Concetta Macaluso, si intrecciano con quelle dei diversi abitanti di Paluso tutti accomunati dall'incapacità di accettarsi davvero con i propri pregi e difetti, e tutti impegnati a costruire e rafforzare le maschere che indossano per nascondere a se stessi e agli altri il loro vero essere. 

Lo stile del romanzo è fluido e fresco, arricchito da espressioni in dialetto siciliano che rendono il testo ancora più caratteristico e che aiutano a creare un'atmosfera tipica da paese di provincia, abitato da persone semplici, con vite tranquille e "normali". I personaggi sono perfettamente delineati, specialmente Concetta, che spicca in maniera particolare tra la gente che abita il romanzo. 

L'unico appunto che potrei fare è che a volte vengono messe in bocca ai personaggi delle spiegazioni di meccanismi psicologici un po' troppo "da manuale" per poter essere considerate davvero spontanee, soprattutto quando chi esprime questi concetti in modo così chiaro e netto sono persone che, pur nella loro saggezza popolare, non hanno di certo mai preso in mano un manuale di psicologia. Per il resto il libro è stato davvero gradevole e mi ha proprio divertito.
 
♥ Questo libro fa per voi se... siete in vena di una lettura allegra e piacevole, dando una chance ad un nuovo autore.

Copia digitale fornita dall'autore

Libri in arrivo: "Crescere, che palle!" di Sarah Andersen

Sei una persona unica e speciale? Ti affidi ai social, per diventare famosa? Pensi che diventare grande sia una sfida entusiasmante, e ti senti prontissima ad affrontarla? Per carità! Stammi lontana!


Non so se conoscete Sarah's Scribbles. E' una striscia a fumetti creata da Sarah Andersen, artista statunitense, che ha avuto un enorme successo online soprattutto grazie a facebook. In Italia è arrivata grazie alla meravigliosa traduzione di Sarah's Scribbles Italia pagina dove potete trovare tutte le strisce completamente in italiano ma che mantengono perfettamente lo spirito dell'originale.

La protagonista del fumetto è una ragazzina nerd, pigra e solitaria che esprime il segreto desiderio di noi tutti, adulti inclusi: fregarsene di tutto e di tutti e passare la giornata in pigiama a poltrire sul divano.

In realtà il volume è già uscito ma purtroppo lo scopro solo adesso e volevo comunque farvelo sapere perché queste strisce e la loro protagonista sono troppo divertenti per farsele scappare.

Questo libro è per quelli come noi: ci mostra come si buttano interi meravigliosi weekend su internet, quanto sia grande il tormento che si prova quando si tiene per mano un bel ragazzo per strada, come si possa desiderare per tutto il giorno di tornarsene a casa anche solo per infilare il pigiama, ci interroga su quale sia il momento preciso della vita in cui finalmente si diventa grandi. In altre parole, ci fa conoscere tutte le più assurde bestialità della vita dei giovani d'oggi.


CRESCERE, CHE PALLE! di Sarah Andersen
Becco Giallo, pp.128
€ 13.00 (cartaceo)

in libreria dal 29/02/2016

[Mini-recensione] Povera gente, di Fedor Dostoevskij


In questo romanzo d'esordio del giovane Dostoevskij emerge immediatamente il talento che caratterizzerà tutte le sue opere successive: la capacità di trasferire su carta l'animo degli uomini attraverso i suoi personaggi. Il romanzo è scritto sotto forma di uno scambio epistolare tra i due protagonisti, una povera orfana malaticcia e sventurata e un suo lontano cugino, di estrazione umile e forse innamorato di lei (non uso i nomi perché non ho davanti il romanzo e non ricordo come si scrivono); i due vivono in un contesto di povertà e attraverso le loro lettere conosciamo da vicino le drammatiche storie di alcuni loro conoscenti. Ho trovato i personaggi estremamente realistici nei loro pregi e difetti e soprattutto mi hanno commosso alcuni episodi narrati nelle lettere. Anche il finale mi è piaciuto molto: triste ma allo stesso tempo con una lievissima speranza di miglioramento, almeno materiale.
Voto: 8/10

♥ Questo libro fa per voi se... amate il buon vecchio Fedor e desiderate leggere tutta la sua produzione, l'esordio non può mancare...

[Mini-recensione] Il ballo, di Irène Némirovsky


Salve biblionauti! Oggi torno per smaltire un po' di post arretrati e per inaugurare un nuovo format che - vi dirò la verità - non piace a me per prima, ma che purtroppo mi vedo costretta ad utilizzare perché devo fare i conti con la crisi da blogger a cui è passata la voglia di scrivere. Ad essere sincera non mi è passata la voglia di scrivere in generale, si è affievolita quella di commentare i libri che leggo, ovvero il fulcro centrale e l'unica ragione per cui ho aperto questo blog *_* *_* 

Dopo aver attraversato tutte le fasi della disperazione, dal "a cosa serve un blog di recensioni che non scrive recensioni" al "quasi quasi lo chiudo" ho deciso di essere meno drastica e di limitarmi ad assecondare questa momentanea fase calante continuando ad aggiornare le mie letture ma dedicando loro il minimo indispensabile ad evitarmi sensi di colpa pubblicando, quando necessario, delle mini-recensioni.

Spero che nonostante questo cambiamento di stile (che mi auguro sia solo momentaneo) vi rimanga la voglia di condividere con me le vostre impressioni sui libri letti, farmi sapere cosa ne pensate, se vi incuriosiscono e magari utilizzare i commenti per approfondire qualche aspetto che non trova spazio nel post.

Ma passiamo al libro.

Il mio primo incontro con la Nèmirovsky è stato folgorante e mi ha fatto completamente perdere la testa per lo stile netto e duro di quest'autrice che in meno di cento pagine è riuscita a trasmettermi tutto ciò che era sua intenzione raccontarmi. 

Il romanzo è incentrato sul conflitto tra una madre, ancora abbastanza giovane da potersi godere la vanità di entrare finalmente a far parte del mondo dei ricchi dopo una vita di povertà, e una figlia quattordicenne ansiosa di sbocciare; entrambe vedono nell'altra un limite alla propria libertà e vivono in bilico tra l'affetto e l'odio reciproco. Il rancore che si respira in queste pagine è quasi materiale; in realtà leggendo "Il ballo" ho avuto la sensazione che tutte le emozioni prendessero corpo davati ai miei occhi, acquistassero una fisicità e una materialità stupefacenti. 

Se la Nèmirovsky ha scritto così tutti i suoi romanzi, credo che andremo molto d'accordo.

Voto: 8.5/10
♥ Questo libro fa per voi se... siete convinti che i racconti siano troppo brevi per poter davvero reggere il confronto con un romanzo. "Il ballo" farà crollare tutti i vostri pregiudizi.