[Recensione] Benedizione, di Kent Haruf


Ci sono romanzi con i quali ho bisogno di prendermi del tempo prima di poter buttare giù due righe: ho bisogno di farmeli entrare dentro e mettere insieme le idee. Con Benedizione non ne sento la necessità: appena chiuso il libro (o meglio, spento il Kobo) avevo già chiare in mente le parole che avrei scritto, devo solo renderle abbastanza efficaci da convincervi a leggerlo assolutamente.

Si, perché Benedizione è un libro bellissimo scritto in modo magistrale, una storia di rimpianti che però non scade mai nel patetico. Il romanzo è ambientato a Holt, in Colorado e vede il protagonista, Dad Lewis, affrontare la sconvolgente notizia di avere ancora poche settimane di vita a causa di un cancro ormai in stadio avanzato e incurabile. Accanto a lui ci sono la moglie Mary, che è stata al suo fianco per tutta la vita, la figlia Lorraine che ha a sua volta perso la propria figlia in un incidente stradale e una serie di altri personaggi, abitanti di Holt, che a causa della malattia di Dad si stringono attorno alla famiglia. Ma non solo: ad accompagnare Dad verso la fine ci sono anche i rimpianti e i sensi di colpa di una vita intera fatta di duro lavoro ma anche di durezza e rigidità.

Il romanzo si dipana tra presente e passato, tra la quotidianità e i ricordi ma senza mai dei veri e propri stacchi netti. È un po' come se tutto ciò che avviene nel romanzo stia accadendo il quel determinato momento e ciò è effettivamente quello che succede quando ricordiamo: ci perdiamo nel passato mantenendo sempre un'ancora con il presente. I capitoli sono brevi e il focus non resta sempre e solo su Dad ma si sposta seguendo gli altri cinque o sei personaggi-chiave della storia. 
Lo stile è essenziale e asciutto, ogni parola è misurata, necessaria esattamente così com'è scritta. I dialoghi sono formidabili, sia perché la scelta di omettere le virgolette rende la scrittura un "tutto" fluido che avvinghia il lettore e non lo lascia andare finché non si è giunti all'ultima pagina, sia perché ogni parola pronunciata da ciascun personaggio è parte integrante della personalità del personaggio stesso.

Parliamo poi dell'atmosfera: quella che si respira in Benedizione è una sensazione di costante attesa che pervade l'intero romanzo. L'attesa della morte di Dad incombe su tutti i personaggi come una cappa, come il caldo soffocante che sembra rallentare lo scorrere del tempo e lasciare i personaggi quasi sospesi tra ricordi e dilemmi morali, tra occasioni perse e scelte sbagliate.

Benedizione è un romanzo straordinario nella sua semplicità e nel suo modo asciutto di raccontare, senza infiocchettamenti o inutili sentimentalismi, eventi tutto sommato ordinari, quotidiani (vita, morte, errori, rimpianti... tutti prima o poi ci arriviamo). Eppure si piange, ma mi sono resa conto che le mie lacrime più che di commozione sono state di liberazione, di sfogo per quell'attesa che alla fine si spezza e che libera i personaggi ma anche noi lettori. Perché nonostante tutto, la vita va avanti.

Voto: 9,5/10

♥ Questo libro fa per voi se... se... non lo so, sono rimasta dieci minuti buoni a cercare un "se". La questione è che secondo me questo libro è meraviglioso, quindi fa per voi se volete leggere un libro meraviglioso.

[Mini-recensione] Terapia di coppia per amanti, di Diego de Silva


"Due amanti che vanno in terapia di coppia". 
È bastato questo riassunto della trama per farmi decidere che io questo libro dovevo leggerlo. Perché due amanti dovrebbero andare in terapia? E soprattutto che problemi di coppia possono voler risolvere, quando l'amante è esattamente il tentativo di fuga dai problemi di coppia con qualcun altro? Non dovrebbe a sua volta creare problemi, sennò che fuga è? 

In realtà la trama del romanzo si svolge più o meno nel modo in cui avrei immaginato potesse svilupparsi, dando alle domande precedenti la stessa risposta che anch'io avevo ipotizzato prima di iniziare a leggere (e che non dirò, sennò spoilero). Credo però che la trama non sia il punto focale del romanzo che è invece rappresentato dalle scelte narrative messe in atto dall'autore: i capitoli alternano i punti di vista interni dei personaggi e sono impostati in modo da riportare sia le descrizioni di ciò che in quel momento il protagonista del capitolo sta vivendo, sia i dialoghi che scambia con gli altri personaggi sia, nel mezzo, tutte le riflessioni e i pensieri che gli vengono in mente, il tutto con un ritmo serratissimo. 

Purtroppo questo ottimo stile narrativo, che l'autore sa gestire molto bene, viene un po' svilito dalla trama non particolarmente originale nel suo svolgimento e un po' forzata in alcuni aspetti (specialmente per quanto riguarda la figura dello psicologo, che mi ha lasciato diverse perplessità). 

I personaggi mi sono piaciuti molto, non tanto come carattere o simpatia (Viviana, una dei due protagonisti, è una rompiscatole di dimensioni colossi) ma per il modo in cui la loro personalità emerge dal romanzo: arriviamo alla fine che li conosciamo meglio noi che loro stessi. Molto divertente invece il personaggio del papà di Modesto: è stato protagonista dei dialoghi più simpatici e brillanti del romanzo. 

A fine lettura sono assolutamente certa di voler approfondire meglio questo autore perché credo che con una trama migliore potrebbe davvero conquistarmi.
Voto: 7.5/10
♥ Questo libro fa per voi se... l'idea vi incuriosisce: a mio parere merita perché il modo in cui è raccontata la storia è originale.

[Mini-recensione] Maschere e corazze, di Pippo Carauddo


Un romanzo davvero piacevole ambientato in un piccolo paese della Sicilia e nel quale le vicende della protagonista, la signorina Concetta Macaluso, si intrecciano con quelle dei diversi abitanti di Paluso tutti accomunati dall'incapacità di accettarsi davvero con i propri pregi e difetti, e tutti impegnati a costruire e rafforzare le maschere che indossano per nascondere a se stessi e agli altri il loro vero essere. 

Lo stile del romanzo è fluido e fresco, arricchito da espressioni in dialetto siciliano che rendono il testo ancora più caratteristico e che aiutano a creare un'atmosfera tipica da paese di provincia, abitato da persone semplici, con vite tranquille e "normali". I personaggi sono perfettamente delineati, specialmente Concetta, che spicca in maniera particolare tra la gente che abita il romanzo. 

L'unico appunto che potrei fare è che a volte vengono messe in bocca ai personaggi delle spiegazioni di meccanismi psicologici un po' troppo "da manuale" per poter essere considerate davvero spontanee, soprattutto quando chi esprime questi concetti in modo così chiaro e netto sono persone che, pur nella loro saggezza popolare, non hanno di certo mai preso in mano un manuale di psicologia. Per il resto il libro è stato davvero gradevole e mi ha proprio divertito.
 
♥ Questo libro fa per voi se... siete in vena di una lettura allegra e piacevole, dando una chance ad un nuovo autore.

Copia digitale fornita dall'autore

Libri in arrivo: "Crescere, che palle!" di Sarah Andersen

Sei una persona unica e speciale? Ti affidi ai social, per diventare famosa? Pensi che diventare grande sia una sfida entusiasmante, e ti senti prontissima ad affrontarla? Per carità! Stammi lontana!


Non so se conoscete Sarah's Scribbles. E' una striscia a fumetti creata da Sarah Andersen, artista statunitense, che ha avuto un enorme successo online soprattutto grazie a facebook. In Italia è arrivata grazie alla meravigliosa traduzione di Sarah's Scribbles Italia pagina dove potete trovare tutte le strisce completamente in italiano ma che mantengono perfettamente lo spirito dell'originale.

La protagonista del fumetto è una ragazzina nerd, pigra e solitaria che esprime il segreto desiderio di noi tutti, adulti inclusi: fregarsene di tutto e di tutti e passare la giornata in pigiama a poltrire sul divano.

In realtà il volume è già uscito ma purtroppo lo scopro solo adesso e volevo comunque farvelo sapere perché queste strisce e la loro protagonista sono troppo divertenti per farsele scappare.

Questo libro è per quelli come noi: ci mostra come si buttano interi meravigliosi weekend su internet, quanto sia grande il tormento che si prova quando si tiene per mano un bel ragazzo per strada, come si possa desiderare per tutto il giorno di tornarsene a casa anche solo per infilare il pigiama, ci interroga su quale sia il momento preciso della vita in cui finalmente si diventa grandi. In altre parole, ci fa conoscere tutte le più assurde bestialità della vita dei giovani d'oggi.


CRESCERE, CHE PALLE! di Sarah Andersen
Becco Giallo, pp.128
€ 13.00 (cartaceo)

in libreria dal 29/02/2016

[Mini-recensione] Povera gente, di Fedor Dostoevskij


In questo romanzo d'esordio del giovane Dostoevskij emerge immediatamente il talento che caratterizzerà tutte le sue opere successive: la capacità di trasferire su carta l'animo degli uomini attraverso i suoi personaggi. Il romanzo è scritto sotto forma di uno scambio epistolare tra i due protagonisti, una povera orfana malaticcia e sventurata e un suo lontano cugino, di estrazione umile e forse innamorato di lei (non uso i nomi perché non ho davanti il romanzo e non ricordo come si scrivono); i due vivono in un contesto di povertà e attraverso le loro lettere conosciamo da vicino le drammatiche storie di alcuni loro conoscenti. Ho trovato i personaggi estremamente realistici nei loro pregi e difetti e soprattutto mi hanno commosso alcuni episodi narrati nelle lettere. Anche il finale mi è piaciuto molto: triste ma allo stesso tempo con una lievissima speranza di miglioramento, almeno materiale.
Voto: 8/10

♥ Questo libro fa per voi se... amate il buon vecchio Fedor e desiderate leggere tutta la sua produzione, l'esordio non può mancare...

[Mini-recensione] Il ballo, di Irène Némirovsky


Salve biblionauti! Oggi torno per smaltire un po' di post arretrati e per inaugurare un nuovo format che - vi dirò la verità - non piace a me per prima, ma che purtroppo mi vedo costretta ad utilizzare perché devo fare i conti con la crisi da blogger a cui è passata la voglia di scrivere. Ad essere sincera non mi è passata la voglia di scrivere in generale, si è affievolita quella di commentare i libri che leggo, ovvero il fulcro centrale e l'unica ragione per cui ho aperto questo blog *_* *_* 

Dopo aver attraversato tutte le fasi della disperazione, dal "a cosa serve un blog di recensioni che non scrive recensioni" al "quasi quasi lo chiudo" ho deciso di essere meno drastica e di limitarmi ad assecondare questa momentanea fase calante continuando ad aggiornare le mie letture ma dedicando loro il minimo indispensabile ad evitarmi sensi di colpa pubblicando, quando necessario, delle mini-recensioni.

Spero che nonostante questo cambiamento di stile (che mi auguro sia solo momentaneo) vi rimanga la voglia di condividere con me le vostre impressioni sui libri letti, farmi sapere cosa ne pensate, se vi incuriosiscono e magari utilizzare i commenti per approfondire qualche aspetto che non trova spazio nel post.

Ma passiamo al libro.

Il mio primo incontro con la Nèmirovsky è stato folgorante e mi ha fatto completamente perdere la testa per lo stile netto e duro di quest'autrice che in meno di cento pagine è riuscita a trasmettermi tutto ciò che era sua intenzione raccontarmi. 

Il romanzo è incentrato sul conflitto tra una madre, ancora abbastanza giovane da potersi godere la vanità di entrare finalmente a far parte del mondo dei ricchi dopo una vita di povertà, e una figlia quattordicenne ansiosa di sbocciare; entrambe vedono nell'altra un limite alla propria libertà e vivono in bilico tra l'affetto e l'odio reciproco. Il rancore che si respira in queste pagine è quasi materiale; in realtà leggendo "Il ballo" ho avuto la sensazione che tutte le emozioni prendessero corpo davati ai miei occhi, acquistassero una fisicità e una materialità stupefacenti. 

Se la Nèmirovsky ha scritto così tutti i suoi romanzi, credo che andremo molto d'accordo.

Voto: 8.5/10
♥ Questo libro fa per voi se... siete convinti che i racconti siano troppo brevi per poter davvero reggere il confronto con un romanzo. "Il ballo" farà crollare tutti i vostri pregiudizi.

[Recensione] Voli acrobatici e pattini a rotelle a Wink's Phillips Station


Come fa Fannie Flagg a scrivere romanzi così adorabili? Il suo è un vero talento naturale e anche questa volta si è confermata all'altezza delle mie aspettative: come gli altri suoi libri "Voli acrobatici e pattini a rotelle" è un gioiellino di semplicità, serenità e genuinità. È vero, la formula di quest'autrice è sempre la stessa: personaggi femminili intraprendenti che si oppongono ad altri più tradizionali, alternanza della narrazione tra passato e presente ed un'ambientazione da provincia americana con pregi e difetti. Però le riesce bene! Il suo stile è semplice e alla portata di tutti, ma pur non lasciando spazio a drammi troppo accentuati e mantenendo sempre toni tutto sommato leggeri, riesce a non risultare superficiale.

Il fulcro di tutti i romanzi della Flagg sono i personaggi femminili per i quali ricorre sempre uno schema che oppone delle figure femminili forti e intraprendenti (spesso protagoniste delle parti narrate nel passato) a donne apparentemente più insicure, legate ai canoni tradizionali che le vedono mogli, madri e casalinghe. L'aspetto che mi piace di queste donne è che indipendentemente dal loro atteggiamento verso la vita riescono sempre, alcune in modo più semplice, altre lottando contro la loro educazione o contro se stesse, a tirare fuori il loro carattere e alla fine del romanzo le si vede per come sono realmente. Questo secondo me è il più bel modo di parlare di femminismo perché a mio avviso è questo il vero significato della parola: essere femministi significa ritenere che una donna possa essere libera di seguire la propria natura, le proprie inclinazioni e le proprie passioni, anche quando queste corrispondono con quelle attività o quelle aspirazioni considerate più "tradizionali"; l'importante è che sia una libera scelta, non condizionata dalle convenzioni o dall'influenza della società che tende ad appiattire il ruolo della donna. E questo è ciò che avviene nei romanzi della Flagg: i personaggi trovano se stessi e imparano ad esprimere la propria personalità.

Non sempre però la società in cui vivono permette a queste donne di vivere e agire liberamente: come dicevo prima, spesso i personaggi più audaci e intraprendenti sono quelli che vivono nel passato e le loro aspirazioni vengono soffocate dagli uomini e in generale da una società non ancora pronta ad accettarle. Accadeva in "Pomodori verdi fritti" e accade anche in questo romanzo in cui si racconta il diverso trattamento subito dalle WASP rispetto ai soldati uomini, alle quali vengono ad esempio rifiutati i gradi dell'esercito (informandomi, ho scoperto che solo nel 2009 l'America ha riconosciuto un'onorificenza a queste donne coraggiose che hanno dato un forte contributo al Paese permettendo agli uomini di andare a combattere e occupandosi degli spostamenti degli aerei militari e dei test aerei) nonostante il loro fondamentale contributo.

Naturalmente la Flagg rimane una scrittrice "popolare" intesa come adatta a tutti i palati letterari; per questo motivo non bisogna aspettarsi un romanzo che approfondisca i temi dei diritti delle donne o che entri particolarmente nei dettagli storici e non voglio nemmeno leggervi dietro chissà quale intento di sensibilizzazione. I suoi romanzi sono leggeri e mai davvero dolorosi, anche quando si parla di temi potenzialmente forti come la guerra, la morte, il razzismo, il sessismo, ecc. ma ciò che li rende secondo me adatti anche a chi solitamente ama leggere libri più impegnati è il fatto che si percepisce chiaramente che si tratta di una scelta volontaria e non di un'incapacità dell'autrice di approfondire le tematiche di cui parla: i suoi libri restano sempre su toni sereni e allegri ma vanno abbastanza in profondità per soddisfare chi preferisce limitarsi al suo racconto e incuriosire chi invece vorrebbe approfondire questi temi.

In più i suoi personaggi, nessuno escluso, saltano letteralmente fuori dalle pagine e anche quelli più insopportabili alla fine riescono comunque a far breccia nel cuore del lettore: amo il fatto che non siano mai monodimensionali e rigidi ma che cambino e si evolvano moltissimo durante l'intera durata della storia. Nel caso di questo romanzo, ad esempio, avrei preso Sookie a sberloni tutto il tempo urlandole: "sveglia! sveglia!" ma il suo carattere così remissivo è essenziale ai fini della storia: innanzitutto l'ho apprezzato moltissimo perché è estremamente realistico, in più se non fosse stata così disperatamente succube di tutte le persone che la circondano, non avrebbe avuto la significativa evoluzione che invece la vediamo compiere.

Infine un'altra nota positiva è stato il fatto che grazie a questo romanzo ho scoperto la storia delle WASP delle quali purtroppo non avevo mai sentito parlare.

Voto: 7/10



♥ Questo libro fa per voi se... volete conoscere personaggi che si faranno ricordare, anche se il romanzo non raggiunge la freschezza e l'originalità di "Pomodori Verdi Fritti".