Autore: Aaron Karo
Data di pubblicazione: 1973
Editore: Giunti, 2012
Formato: Ebook, 288 pag.
Inizio lettura: 18 settembre 2013
Fine lettura: 19 settembre 2013
Lettura n.: 41/2013
Il mio voto: ★★★☆☆
Lo scorso anno mi sono fatto esattamente 273 pippe. Questo fa una media di 5,25 alla settimana e di 0,75 al giorno. Non so cos’è che mi impressiona di più: il fatto che mi spari così tante pippe o che ne abbia tenuto il conto per tutto l’anno. Però è vero, ho segnato il numero su una pila sempre più alta di post-it nascosta nel comodino. Fatti una pippa, prendi nota, vai a nanna. La routine.
Forse l'incipit del libro non fa presagire nulla di buono ma in realtà questo romanzo è veramente carino e si divora in pochissimo tempo. Il protagonista è Chuck, un adolescente un po' sfigato e affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo che condiziona completamente la sua vita: Chuck si lava le mani mille volte al giorno, imposta per quattordici volte di fila la combinazione dell'armadietto a scuola, controlla continuamente le piastre elettriche di casa e si alza dal letto almeno una decina di volte a serata per fare pipì. Naturalmente Chuck non è molto popolare a scuola e ha pochissimi amici. Tutto cambia quando nella sua vita entra Amy, una nuova compagna di classe di cui il ragazzo si innamora e per la quale sarà obbligato a fronteggiare una volta per tutti il suo problema.
Il tono del romanzo è molto leggero e ironico ma allo stesso tempo non superficiale e soprattutto non è il classico YA scritto coi piedi (sarà perché non è paranormal romance, quindi la probabilità di boiata si abbassa notevolmente) ma al contrario è molto coinvolgente, narrato bene seppur con linguaggio adolescenziale (e in prima persona!! Mi fa sempre paura la prima persona, però qui è dosata bene) e parla di un problema importante pur senza appesantire la lettura: si percepisce chiaramente quanto le manie rendano difficile la vita a Chuck, però non si punta a provocare compassione nel lettore, bensì una partecipazione "propositiva" alla volontà di Chuck di risolvere il suo problema: si tifa per lui, insomma.
I personaggi provocano immediata simpatia, soprattutto Chuck e il suo migliore amico Steve, e fortunatamente viene presentata una famiglia normale, quella del protagonista, in cui naturalmente il rapporto genitori-figli non è tutto rose e fiori ma non c'è il solito stereotipo dei genitori che non capiscono i figli/i figli che non capiscono i genitori: è una via di mezzo, come in tutte le famiglie normali. I "nemici" si, sono abbastanza stereotipati (il bullo della scuola) però purtroppo questo rappresenta quella che spesso è l'effettiva realtà: alcuni ragazzi vengono semplicemente presi di mira, senza una vera ragione.
Passando a dei dettagli secondari, è un peccato che non si sia trovata una trasposizione migliore del titolo originale Lexapros and Cons: il Lexapro infatti è un farmaco antidepressivo (lo stesso che assume Chuck) che credo sia venduto solo negli USA, almeno con questo nome, mentre "Cons" è il termine in slang che sta per "Converse All Star", la marca di scarpe di cui Chuck possiede, sempre a causa del suo disturbo, un paio di ogni colore, uno per ogni stato d'animo. In effetti la resa in italiano non è così facile, però è un peccato, perchè alla fine il titolo scelto è piuttosto banale.
Il tono del romanzo è molto leggero e ironico ma allo stesso tempo non superficiale e soprattutto non è il classico YA scritto coi piedi (sarà perché non è paranormal romance, quindi la probabilità di boiata si abbassa notevolmente) ma al contrario è molto coinvolgente, narrato bene seppur con linguaggio adolescenziale (e in prima persona!! Mi fa sempre paura la prima persona, però qui è dosata bene) e parla di un problema importante pur senza appesantire la lettura: si percepisce chiaramente quanto le manie rendano difficile la vita a Chuck, però non si punta a provocare compassione nel lettore, bensì una partecipazione "propositiva" alla volontà di Chuck di risolvere il suo problema: si tifa per lui, insomma.
I personaggi provocano immediata simpatia, soprattutto Chuck e il suo migliore amico Steve, e fortunatamente viene presentata una famiglia normale, quella del protagonista, in cui naturalmente il rapporto genitori-figli non è tutto rose e fiori ma non c'è il solito stereotipo dei genitori che non capiscono i figli/i figli che non capiscono i genitori: è una via di mezzo, come in tutte le famiglie normali. I "nemici" si, sono abbastanza stereotipati (il bullo della scuola) però purtroppo questo rappresenta quella che spesso è l'effettiva realtà: alcuni ragazzi vengono semplicemente presi di mira, senza una vera ragione.
Passando a dei dettagli secondari, è un peccato che non si sia trovata una trasposizione migliore del titolo originale Lexapros and Cons: il Lexapro infatti è un farmaco antidepressivo (lo stesso che assume Chuck) che credo sia venduto solo negli USA, almeno con questo nome, mentre "Cons" è il termine in slang che sta per "Converse All Star", la marca di scarpe di cui Chuck possiede, sempre a causa del suo disturbo, un paio di ogni colore, uno per ogni stato d'animo. In effetti la resa in italiano non è così facile, però è un peccato, perchè alla fine il titolo scelto è piuttosto banale.