Titolo originale: L’heure de Juliette
Autore: Elsa Chabrol
Anno di pubblicazione: 2011 (2008)
Editore: Sperling&Kupfer
Pagine: 301
Iniziato il: 24 maggio 2012
Terminato il: 27 maggio 2012
Valutazione: ★★★★
«Centouno anni, un mese e quattro giorni…»Nonostante la trama mi avesse colpito fin da subito, non pensavo che questo romanzino mi sarebbe piaciuto così tanto e invece è stata una lettura di quelle che mettono allegria e che ti fanno passare alcune ore in serenità.
Juliette controllava il calendario ogni mattina alla stessa ora. Subito dopo aver finito il suo caffè di cicoria.
(incipit)
La storia è per la maggior parte narrata dal punto di vista di Juliette, un’ultracentenaria incredibilmente sveglia che nonostante la sua salute di ferro è fermamente convinta che ogni giorno sia il suo ultimo, o almeno così fa credere ai suoi compaesani, potendo in questo modo far leva sulla possibilità di restarci secca da un momento all’altro per ottenere tutto quello che vuole. Dal suo punto d’osservazione alla finestra del salotto, Juliette tiene d’occhio tutto il paese, e ogni giorno si intrattiene studiando i movimenti dei suoi compaesani; movimenti estremamente rari, perché da alcuni anni ormai il paese si è come addormentato, e l’isolamento ha spinto gli abitanti a ritirarsi sempre di più nelle loro case e ormai non ci si parla più nemmeno tra vicini di casa. Pierrot è l’unico che riesca a mantenere dei buoni rapporti con tutti i compaesani a causa del suo ruolo di tuttofare, e così quando dopo la morte della madre annuncia di voler cambiare vita, allontanarsi dal paesino e costruirsi una famiglia, gli abitanti di Poulignac sono costretti ad unire di nuovo le proprie forze per trovargli una moglie. Ma come fare? Ovvio, su internet! Così la vecchia camera del padre di Juliette si riapre a nuova vita divenendo il quartier generale dell’operazione.
Il piano che gli abitanti di Poulignac elaborano e mettono in pratica è contemporaneamente geniale e folle ed è davvero divertente vedere questi vecchietti alle prese con le tecnologia; l’aspetto più tenero e simpatico, però, è vedere le dinamiche che nascono (o meglio, che si ristabiliscono) tra queste persone che si conoscono da decine di anni ma che si sono completamente perse di vista nonostante abitino a un metro di distanza l’uno dall’altro. Alcuni personaggi, poi, sono davvero fantastici, come La Talpa (in paese, infatti, ognuno ha un soprannome), una novantenne con un passato da bigotta che dopo un ictus realizza di non voler morire vergine e rimangono davvero nel cuore.
L’autrice è una sceneggiatrice, e si sente: leggendo il romanzo mi sembrava di guardare una di quelle deliziose commedie francesi leggere e divertenti che alla fine ti lasciano un senso di soddisfazione e di serenità. Se ne dovessero fare un film lo vorrei vedere subito.
Franz, allora, pensò che si era sbagliato di grosso sul conto della centenaria. Non era né rincitrullita, né morente, né fragile. Era una temibile stronza.
«Oh, non è come pensa lei! Io non cerco la scappatella, come si dice. Io intendo costruire. Una famiglia, una vita. La mia vita. Qui, tutto sta morendo, signora Juliette. Lei lo sa meglio di chiunque altro, no? Gli orti sono in abbandono, le case diventano ruderi…»
«Si, e non soltanto le case…» disse lei indicando se stessa.
«Forse, ma io, signora Juliette, io ho l’impressione di essere circondato da persone che stanno concludendo la loro vita, mentre io non ho ancora cominciato la mia. Capisce? Sarebbe davvero stupido non aver avuto una vita, no? Sicché voglio andarmene. Provarci. E’ una cosa tanto brutta?»
Sembra un libro molto tenero e simpatico, proprio la lettura che mi ci vorrebbe in questi giorni :)
RispondiEliminaSembra davvero una storia adorabile!!! Già adoro Juliette!
RispondiEliminaSi, Juliette è fantastica ma anche incredibilmente fetente! In generale tutto il libro mette proprio serenità, è tenerissimo e in alcuni punti anche commuovente. Poi io amo le storie di vecchietti, mi inteneriscono!!
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