I Buddenbrook

sfida: alfabeto, infinita, mattonazzi, premi nobel, salva-comodino, obiettivo 2012, incrociata

Titolo originale: Buddenbrooks - Verfall einer Familie
Autore: Thomas Mann
Anno di pubblicazione: 2006
Editore: Einaudi
Pagine: 692

Iniziato il: 04 febbraio 2012
Terminato il: 16 maggio 2012
Valutazione:★★★★★
- Com'è...? com'è...?
- Eh, diavolo, c'est la question, ma très chère demoiselle!
La moglie del console Buddenbrook, seduta accanto alla suocera sul sofà rettilineo laccato di bianco e adorno di una testa di leone dorata, con i cuscini ricoperti di stoffa giallochiara, gettò uno sguardo al marito nella poltrona al suo fianco e venne in aiuto della figlioletta, che il nonno teneva sulle ginocchia, presso la finestra.
(incipit)


Di seguito i commenti alle singole parti del gdl
(clicca sui titoli per leggere il contenuto)

I Tappa - Parte 1, Parte 2
Il romanzo inizia trasportando il lettore a casa della famiglia Buddenbrook, i cui membri si stanno per riunire per una cena alla quale sono invitati anche alcuni amici intimi. L'atmosfera è rilassata e serena, e Mann ci permette di guardarci attorno ammirando il prezioso arredamento e osservando meglio gli abitanti di quella casa: vi sono il console Johann Buddenbrook e la moglie Elisabeth, i genitori di lui, il vecchio Johann Buddenbrook e Madame Antoinette e la piccola di casa, Antonie, detta Tony. In questa occasione ci vengono inoltre presentate la governante Ida Jungmann e Klothilde, una nipote del vecchio Johann Buddenbrook che veniva educata in casa dei parenti in quanto proveniva da un ramo povero della famiglia. Giunta l'ora di cena, si uniscono alla compagnia anche i due figli maschi del console e della consolessa, Thomas e Christian, e i suoceri, i Kroger, oltre ad alcuni amici di famiglia. Tutta la prima parte è dedicata alla descrizione di questa cena, ai discorsi, alle battute, il tutto in un'atmosfera di serenità e allegria. L'unica nota stonata è una lettera che a fine cena il console presenta al padre, tramite la quale veniamo a sapere dell'esistenza di un altro figlio del vecchio Buddenbrook, Gotthold, con il quale però il padre ha dei forti contrasti, apparentemente a causa della decisione di Gotthold di aprire un negozio e che per questo è stato completamente escluso da qualsiasi diritto a rivendicare un'eredità. Anche se in questa prima parte non accade nulla di particolare, il romanzo mi ha catturata immediatamente, probabilmente grazie alle efficacissime descrizioni di cui Mann riempie le pagine: mi sembrava davvero di essere a tavola con i Buddenbrook e di mangiare insieme a loro tanto che, avendo iniziato a leggere poco prima di cena, mi è anche venuta una gran fame.

Nella seconda parte scopriamo che i Buddenbrook possiedono un diario nel quale da generazioni ogni discendente annota gli eventi importanti per la famiglia. Proprio dalla lettura che il console fa di questo diario veniamo a sapere che dietro all'ostilita di Johann Buddenbrook senior nei confronti del figlio maggiore Gotthold si nasconde un motivo ben più profondo di un matrimonio non approvato: la madre di Gotthold, prima e amatissima moglie di Johan Buddenbrook padre, è morta infatti dando alla luce il bambino che fin dal primo momento è stato visto con odio dal padre. A dire la verità, sono rimasta un po' perplessa per quanto riguarda il rapporto tra i due fratelli perché non capisco come mai il console Buddenbrook, che esprime la sua perplessità di fronte al comportamento del padre, decida comunque di appoggiarlo nella sua decisione di non fornire a G. l'indennizzo che chiede. A parte queste questioni economiche, in questa parte si susseguono parecchi avvenimenti: prima la nascita della piccola Klara, figlia del console e della consolessa, seguita poi dalla morte di entrambi i genitori Buddenbrook e dal riappacificamento dei rapporti tra i fratelli, per finire con l'ingresso di Thomas nell'azienda di famiglia. Impariamo anche a conoscere meglio il carattere dei vari personaggi, soprattutto quello di Tony che diventa sempre più insopportabile con il suo atteggiamento superiore, ma Mann ci riserva anche dei momenti divertenti, come la discussione tra i coniugi Buddenbrook a proposito dell'assunzione di un nuovo domestico e le marachelle di Christian a scuola.
"Maurizio di Sassonia/la Pompadour beata/portava un giorno a spasso/nella carrozza aurata./Frèlon vide la coppia;/ridendo li guardò./«Ecco del re la spada/...e il fodero, osservò.»"
Il console salì al suo appartamento e il vecchio scese, brancolando lungo la ringhiera, al piano ammezzato. Poi l'ampia vecchia casa si rinchiuse nelle tenebre e nel silenzio. Orgogli, speranze e timori s'acquetarono, mentre fuori nelle strade deserte la pioggia scrosciava e il vento d'autunno fischiava intorno agli spigoli e ai frontoni.
Si dica ciò che si vuole, ma è piacevole svegliarsi al mattino in una camera spaziosa tappezzata di stoffa chiara e col primo gesto della mano sfiorare una pesante trapunta di raso; e chi non godrebbe di vedersi servire alla prima colazione, nella stanza che dà sul terrazzo, mentre l'aria mattutina entra dal giardino per la vetrata aperta, una tazza di cioccolata invece del solito tè o caffè , una vera cioccolata da compleanno con una grossa fetta di foccacia fresca?
Andava per la città come una piccola regina che si riservi il diritto d'essere crudele o benigna, secondo il gusto e l'umore. (Tony)


II Tappa - Parte 3
Che bella questa terza parte! Mi è piaciuta moltissimo, anche se mi ha contemporaneamente fatto arrabbiare e in alcuni momenti ho addirittura dovuto resistere all'impulso di chiudere il libro e gettarlo via dal nervoso.
Inizialmente Tony mi ha fatto una gran pena, assediata com'era da ogni lato, addirittura da quel fetente di prete che fa una predica su misura apposta per farla decidere a sposare Grünlich, costretta a sentirsi in colpa per non voler sposare non solo un uomo che non ama, ma addirittura uno che disprezza, un insignificante, falso, lecchino con le basette probabilmente tinte. Infine, dopo un fugace innamoramento per un giovane studente conosciuto in vacanza, decide di adeguarsi al suo ruolo di figlia di borghesi con l'obbligo morale di contribuire al prosperare della ditta di famiglia. Ciò che mi ha fatto arrabbiare della scelta di Tony è stato che nel momento in cui posa la penna col la quale ha registrato la sua decisione sul diario di famiglia, lei cancella qualsiasi opposizione della sua mente a quel matrimonio e si fa anzi prendere dall'entusiasmo per i preparativi della cerimonia, l'acquisto del corredo e le fantasie sulla sua futura agiatezza. So di sbagliare, ma dopo aver letto Anna Karénina, avendo ancora in mente questa donna appassionata che vuole vivere i propri sentimenti, non riesco ad accettare il comportamento di Tony senza soffrirne (lei sceglie il matrimonio di convenienza a mente lucida, Anna era invece convinta di amare Karénin finché non ha conosciuto Vronskij). Il mio lato romantico ha sperato che alla fine Tony si sarebbe rifiutata definitivamente di sposare Grünlich, ma il mio lato romantico non aveva compreso il ruolo di Tony in questo romanzo, che con il suo comportamento incarna la vera essenza della famiglia e non avrebbe mai agito altrimenti.
Resta il fatto che ho un pessimo presentimento su Grünlich, perchè il suo comportamente è molto sospetto: le tenta davvero tutte pur di agguantare quel "si", e la sua improvvisa comparsa dagli Schwarzkopf dove Tony sta trascorrendo le vacanze, sembra quasi il gesto di un uomo preso dall'angoscia che si rende conto che il suo futuro gli sta sfuggendo di mano (perchè se fosse stato davvero innamorato di Tony avrebbe parlato con lei, non con i genitori di Morten). Questa mia sensazione è aggravata dal fatto che appena riesce ad ottenere il matrimonio, scompaiono improvvisamente tutte le manifestazioni d'amore e devozione nei confronti della moglie.
Alla fine della parte ci viene rivelato che anche Tom ha una relazione con una ragazza di origini modeste che lavora in un negozio di fiori, e il ragazzo compie la stessa scelta della sorella separandosi dalla fioraia prima della sua partenza per il tirocinio ad Amsterdam.
Se dice di si, avrà trovato il suo posto, si sistemerà per benino, come piace a lei, e dopo un giorno o due amerà suo marito... Grünlich non è una bellezza, mio Dio, no di certo... ma tuttavia è presentabilissimo, e in fin dei conti non si può pretendere un corvo bianco, se mi passi quest'espressione!... Se vuole aspettare che si presenti uno che sia un Apollo e insieme un buon partito... be', faccia pure!
(Johann Buddenbrook alla moglie)
Tacquero a lungo, mentre il mare innalzava verso di loro la sua voce, grave, tranquilla... e a Tony parve improvvisamente di trovarsi unita con Morten in una grande, imprecisa, presaga e nostalgica comprensione di quello che significhi "libertà".


III Tappa - Parte 4
Ecco che con la parte IV la Storia entra per la prima volta nella vita dei Buddenbrook nella veste di una rivoluzione cittadina nel 1848. Purtroppo (per il popolo), questi tumulti vengono risolti senza troppi problemi da un energico Johann Buddenbrook che, dopo alcune ore di paura per i nobili e i ricchi borghesi, riesce a calmare la folla, con l'unico effetto collaterale della morte di Lebrecht Kröger, padre di Elizabeth, per un probabile infarto dovuto all'indignazione per la mancanza di rispetto dimostrata dal popolo verso la nobiltà.
Alcuni mesi dopo questi avvenimenti, invece, ecco che accade proprio quello che mi aspettavo: gli apparentemente fiorenti affari di Grünlich sono in realtà un inganno, un'illusione creata apposta per indurre Johann Buddenbrook a concedergli in sposa la figlia con lo scopo di salvarsi dalla bancarotta. Ciò che il basettone non si aspetta è che il capofamiglia sfrutti la dedizione di Tony per la ditta e se la riporti a casa insieme alla figlioletta Erika, lasciandolo così solo ad affrontare il suo fallimento.
Nonostante io creda che questo non sia il modo migliore per rimediare all'errore di aver fatto sposare Tony contro la sua volontà, non posso non pensare al fatto che Grünlich fosse completamente in mala fede, di conseguenza posso dire che mi sarei comportata esattamente come il console Buddenbrook.
Restando sull'argomento Tony, questa ragazza è davvero inconsistente ed insipida oltre che, come lei spesso di definisce ipocritamente, oca.
L'ultimo capitolo è meraviglioso: la descrizione dell'atmosfera, del tempo, delle sensazioni delle persone accompagnano verso l'annuncio della morte di Johann Buddenbrook che, come tutti gli altri famigliari finora, scompare con la pioggia.
Il suo pronunciato senso della famiglia le rendeva quasi incomprensibili i concetti di libero arbitrio e di autodecisione, e le faceva constatare e ammettere le sue qualità con fatalistica indifferenza, senza distinguere e senza tentar di correggersi. Inconsapevolmente, ella era convinta che ogni qualità, buona o cattiva, fosse un retaggio, una tradizione di famiglia, e pertanto una cosa da venerare e in ogni caso da rispettare.


IV Tappa - Parte 5
La parte V si apre con la riunione di famiglia indetta per la lettura del testamento di Johann Buddenbrook alla quale partecipano il figlio Tom, la moglie Betsy, nominata erede universale, la figlia Tony, che come sempre dimostra la sua enorme stupidità con i suoi interventi fuori luogo, il signor Marcus, nominato socio della ditta, e Justus Kröger, tutore di Klara.
Sei mesi dopo la morte del padre torna Christian, che si trovava a Valparaiso; pur essendo un po' bizzarro, soprattutto per i suoi continui cambiamenti d'umore, sembra piuttosto noioso e inconsistente. Christian sembra vivere in un mondo tutto suo, non è certo molto interessato agli affari di famiglia ma in realtà non sembra interessato a nulla; è proprio il classico svogliato e oltretutto si fa anche ridere dietro dai suoi compagni del circolo senza nemmeno rendersene conto. Intanto, alla morte dello zio Gotthold avvenuta pochi mesi dopo, Tom riceve la carica di regio console dei Paesi Bassi, come suo padre e, prima ancora, suo nonno.
Ben due sono i matrimoni che si preparano in questa V parte: quello di Klara con un pastore di Riga e quello di Tom con la ricchissima figlia di un commerciante di Amsterdam. Devo ammettere che non riesco proprio ad abituarmi alla freddezza calcolatrice con cui vengono combinati i matrimoni, è proprio come se fossero solo degli affari. In ogni caso, questi eventi portano un po' di gioia nella famiglia ultimamente provata dai lutti. L'unica che per ora è ancora insoddisfatta è Tony, che si annoia da morire e vorrebbe sposarsi di nuovo.
Tony posò la corona sul nome del padre, scritto di fresco sulla lastra in lettere dorate, e poi nonostante la neve s'inginocchiò sulla tomba a pregare in silenzio; il velo nero svolazzava lieve e l'ampia gonna le si allargava intorno in pieghe pittoresche. Dio solo sapeva quanto dolore e quanta fede, e d'altra parte quanta vanità di bella donna fossero in quell'abbandono.


V Tappa - Parte 6
Entra in scena un nuovo personaggio: Permaneder, un commerciante bavarese conosciuto da Tony durante un suo soggiorno a Monaco. La ragazza è letteralmente ossessionata dal voler riparare al danno commesso al buon nome della famiglia e della ditta con il suo primo matrimonio e ha intenzione di sposare quest'uomo buono ma talmente diverso nel modo di fare dagli abitanti di Lubecca da risultare ridicolo. Dopo una serie di tormenti notturni Tony prende la decisione definitiva e durante una gita in montagna viene combinato il matrimonio. Faccio davvero tanta fatica ad accettare le scelte di questa donna che non guarda alla propria felicità, anzi, la sua felicità viene realizzata facendo il bene della ditta, anche se ciò significa sacrificarsi al cento per cento.
Il matrimonio viene celebrato in modo semplice e discreto e la coppia parte immediatamente per Monaco. Purtroppo per Tony anche questo matrimonio è destinato ad una rapida fine: la goccia che fa traboccare il vaso e che spinge Tony a fuggire da una città noiosa, popolata da gente rozza per la quale il nome Buddenbrook non significa nulla e da un marito privo di ambizione è il tradimento da parte di Permaneder che una sera torna a casa ubriaco e salta addosso alla cameriera di fronte alla camera da letto della moglie.
Si ritorna così alla situazione iniziale, con Tony nuovamente sola con Erika (la bambina avuta con Permaneder muore pochi minuti dopo il parto) a casa con la madre.
«[...]Tom è un politico, e sa quel che vuole. Chi ha messo alla porta Christian? L'espressione è dura, Ida, ma la cosa sta proprio così. E perché? Perché comprometteva la ditta e la famiglia, e anch'io secondo lui faccio altrettanto, non con gli atti o con le parole, ma semplicemente col mio stato di donna divorziata. Egli vuole che questo cessi, e ha ragione; Dio sa che non gli voglio meno bene per ciò e spero che egli ricambi il mio affetto. [...]» (Tony Buddenbrook)


VI Tappa - Parte 7
Finalmente arriva il tanto sospirato erede Buddenbrook, figlio di Tom e Gerda: il bambino è piuttosto cagionevole ma, dopo aver rischiato la vita appena nato, cresce in modo abbastanza stabile (anche se viene continuamente ripetuto che il bambino "è un po' indietro"). Tony è estremamente orgogliosa del nipotino e la sua gioia aumenta a dismisura quando il fratello Tom viene nominato senatore.
Purtroppo la serenità della famiglia viene nuovamente minata da una serie di eventi: la morte di Klara, il passaggio della sua dote al marito contro il volere di Tom, il fallimento della ditta di Christian, la perdita di alcuni grossi affari e, contemporaneamente a tutto ciò, la grossa spesa sostenuta da Thomas per costruire una casa degna del suo rango di senatore. Tom diventa progressivamente più irrequieto, tanto da compromettere anche il suo lavoro. A peggiorare ancor più la situazione ci si mette anche una guerra (cercando su internet dovrebbe essere la Seconda guerra dello Schleswig, combattuta tra austroprussiani e danesi), che mette a dura prova la ditta Buddenbrook.
«[...]Che cos'è il successo? Una forza segreta e indefinibile, chiaroveggenza, prontezza, la convinzione di influire sui moti della vita col solo fatto della nostra esistenza... La fede nell'arrendevolezza della vita in nostro favore... Fortuna e successo sono in noi; bisogna tenerli saldamente, intimamente. Appena qui dentro qualcosa comincia a cedere, a rilassarsi, a stancarsi, tutto quello che è intorno a noi si svincola, si ribella, si sottrae al nostro influsso... Allora un colpo segue l'altro, batoste su batoste, e si è liquidati.[...]» (Thomas Buddenbrook parla con Tony)


VII Tappa - Parte 8
Questa parte è stata forse un po' troppo lunga e per dirlo io che amo le digressioni, le descrizioni precise, i dialoghi infiniti, vuol dire che è stato davvero un po' troppo. In questi capitoli succede un po' di tutto: Erika Grünlich si sposa - e la madre Tony, come sempre è la talmente protagonista da sostituirsi alla ragazza in tutto, dall'organizzazione del matrimonio a quella della casa degli sposi dove si trasferisce naturalmente anche lei (classico esempio di suocera ingombrante) -, Tom viene meno per la prima volta ai principi dell'azienda accettare di fare un prestito ad un amico di famiglia a interessi esagerati, la ditta festeggia l'anniversario dei cento anni. Veniamo inoltre a sapere qualcosa di più su Hanno, il figlio di Tom e Gerda, un bambino riservato, molto sensibile e con una salute estremamente delicata. Contrariamente ad desideri del padre, che vorrebbe fare di lui un vero Buddenbrook, Hanno ha preso dalla madre l'amore per la musica e il talento del bambino è davvero incredibile; purtroppo Tom non riesce a comprendere per nulla il figlio e insiste nel tentare di approcciarvisi nel modo che lui ritiene migliore: le uniche conversazioni sono sempre interrotte da delle vere e proprie interrogazioni del padre al figlio sull'attualità, sul commercio, sulla geografia, cosa questa che mette il bambino in estrema soggezione e non fa altro che renderlo ancora più chiuso.

Infine, dopo due lunghissimi capitoli incentrati uno sulla musica e l'altro sul Natale, la famiglia viene scossa dall'ennesima disgrazia: il marito di Erika viene accusato, processato e condannato a tre anni e mezzo di carcere per aver condotto alcuni affari sporchi e Tony si ritrova nuovamente sola con la figlia, senza casa e a dover dipendere dalla propria famiglia.
[...] e nel registro di famiglia scrisse con mano tremante di gioia il nome di Erika accanto a quello del direttore... ma era lei, lei Tony Buddenbrook, la vera sposa.
- Egli ne è degno, - affermò il signor Pfühl. - A volte lo guardo negli occhi... e vi leggo tante cose, ma le labbra le tiene chiuse. Più tardi nella vita, che forse gli farà tenere le labbra ancor più serrate, deve pur avere una possibilità di parlare... [Gerda e il maestro di musica parlano del talento musicale di Hanno]


VIII Tappa - Parte 9
I capitoli che compongono la nona parte sono quasi tutti incentrati sulla morte della vecchia consolessa Buddenbrook: la lunga agonia, la lettura del testamento, il funerale e infine la vendita della vecchia casa di famiglia. La parte è davvero molto breve, ma nonostante accada poco (anzi, forse proprio perché ci sono pochi avvenimenti) si respira davvero l'aria di una lenta caduta, del progressivo disfacimento della famiglia.
Ormai gli ultimi veri Buddenbrook rimasti sono Tom e Tony (Chistian, infatti, ha dimostrato da un pezzo di essere molto diverso), ma lo spirito di lui è sempre più depresso e frustrato, così che l'unica ancora piena dell'"orgoglio Buddenbrook" rimane sempre Tony.


IX Tappa - Parte 10
Il declino di Thomas Buddenbrook, già iniziato nei capitoli precedenti, è il fulcro di questa parte e la sua morte segna la morte dell'ultima speranza per la ditta Buddenbrook di risollevarsi: né Christian, incapace e ipocondriaco, né il piccolo Hanno, i cui interessi sono da tutt'altra parte, sono infatti in grado di portare avanti la ditta.

Hanno è il personaggio che tra tutti sento più vicino: i capitoli riguardanti le vacanze al mare in particolare non solo me lo hanno reso più simpatico, ma hanno suscitato in me ancora più tenerezza di prima, anche da piccola io provavo le stesse identiche sensazioni.

La morte di Tom arriva improvvisa e anche se spesso nelle pagine precedenti c'erano state diverse anticipazioni, proprio non me l'aspettavo.
Davvero, l'esistenza di Thomas Buddenbrook non era diversa da quella di un attore, un attore però la cui vita fin nei minimi e più triti particolari sia diventata un'unica produzione, una produzione che, eccettuati pochi brevi momenti di solitudine e di distensione, assorbe e logora continuamente tutte le forze..."



Commento conclusivo
Ho iniziato la lettura de I Buddenbrook con un gdl, spinta dal successo ottenuto con i due che avevo seguito precedentemente (Il conte di Montecristo e Anna Karénina); mi sono resa conto, infatti, che la lettura (e relativo commento) frazionata di un classico dà molta più soddisfazione di una tutta d’un fiato (soprattutto se le pagine sono tante e il fiato a volte tende a mancare). Purtroppo questa volta non sono riuscita a restare nei tempi stabiliti e sforato di parecchio, ma ho deciso di proseguire comunque seguendo le tappe stabilite.

Il romanzo mi è piaciuto molto, anche se mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, non tanto per la conclusione – facilmente immaginabile solo leggendo il sottotitolo del romanzo: “declino di una famiglia” – quanto per la completa mancanza di carisma dei personaggi. Non voglio fare intendere che questo sia un difetto, anzi, è perfettamente in linea con la trama, ma io amo i personaggi che si fanno largo attraverso le pagine, che mostrano forza di carattere, anche se non sempre in senso positivo. Qui invece di personaggi dominanti non ce ne sono né tra i protagonisti, né tra i secondari: Thomas inizia bene ma si spegne presto, Tony è stupida e vuota, Hanno, nonostante sia il personaggio che ho sentito più vicino a me, non è né tagliato per il futuro che gli si prospetta, né capace di ribellarsi e trovare la propria strada. Non parliamo poi di Christian e delle sue ridicole fissazioni.

Ciò che mi ha catturata è lo stile di Mann: ho amato le sue descrizioni non solo dei paesaggi, ma anche degli stati d’animo dei personaggi e delle loro passioni. Ho trovato incredibile il modo in cui si parla della musica nel capitolo su Gerda Buddenbrook e tutto il capitolo sul delirio filosofico/religioso di Thomas. Lo spostamento del punto di vista che si muove tra i tre protagonisti, Thomas, Tony e Hanno è estremamente coinvolgente e fa si che il lettore venga catapultato dentro l’animo dei personaggi e si senta vicino a loro, riuscendo a comprendere perfino il più assurdo dei loro pensieri.

Dopo la lettura di questo caposaldo della letteratura tedesca il proposito è naturalmente quello di leggere altre opere di Mann, magari passando prima dai racconti per approdare solo tra un po’ all’inquietante (ma solo per la mole) Montagna Incantata. Per il momento, però, ho bisogno di una pausa dalle letture intelligenti!
E stette là vincitrice nella buona guerra che aveva condotto per tutta la vita contro gli assalti del suo raziocinio di maestra, gobba, minuscola e vibrante di convinzione, una piccola profetessa ispirata e vendicatrice.
(explicit)

3 commenti:

  1. Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo (e ne ho blaterato in abbondanza sul blog, quando è stato il momento). Soprattutto, mi ero accostata con timore e invece mi è, compatibilmente con la lunghezza e il tempo a disposizione, volato tra le mani. Anche la tua recensione, al solito, è molto bella, però non condivido molto il tuo parere su Tony:) Senz'altro è un personaggio femminile che si adagia sulle convenzioni e non tenta mai di ribellarsi, però io l'ho vissuta come involontariamente comica e tragica a un tempo. Tony ha cercato di essere d'aiuto alla famiglia nell'unico modo possibile a una donna in quel tempo: il matrimonio. Senz'altro non la consapevolezza di sè di un'Anna Karenina, però mi fa più compassione che rabbia:) Tra l'altro, non so se l'hai notato anche tu, ma Mann ha una capacità descrittiva meravigliosa. Le scene di Tony e Hanno al mare sono bellissime e io mi sono sentita, in marzo, come se fossi in spiaggia, nel silenzio, a contemplare le onde del mare:)

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    1. Pienamente d'accordo sulle descrizioni: meravigliose, per tutto il romanzo mi sono sentita completamente immersa nelle vicende dei Buddenbrook. Per quanto riguarda Tony sono d'accordo con te (e infatti l'ho scritto anche tra la miriade di parole che ho speso su questo libro): lei si è comportata esattamente come le convenzioni del tempo le richiedevano ed il suo atteggiamento è stato perfettamente coerente con ciò che Mann ci voleva mostrare. Il mio commento sulla sua mancanza di forza d'animo è puramente una preferenza mia personale per i personaggi che piuttosto che scendere a patti con le convenzioni preferiscono rimetterci la vita. L'episodio del cimitero è stato quello in cui, più che in tutti gli altri, l'avrei presa a schiaffi: quando si sistema l'abito e cerca di immaginare quanto le lacrime la facciano sembrare bella e disperata agli occhi di chi la guarda... ^_^ ^_^ Però ripeto, questo è solo un inutilissimo commento soggettivo, il romanzo è un capolavoro così com'è.

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  2. Ma figurati, anche il mio è un parere assolutamente soggettivo:) E poi, nessun parere è inutile, in particolare uno ben argomentato come il tuo:) Si faceva solo per amor di parlare di libri:)

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