Titolo originale: In her shoes
Autore: Jennifer Weiner
Anno di pubblicazione: 2003 (2002)
Editore: Piemme
Pagine: 463
Iniziato il: 27 maggio 2012
Terminato il: 28 maggio 2012
Valutazione: ★★★★
Come si chiamava quel tipo? Ted o Tad, insomma, qualcosa del genere. Un monosillabo da dimenticare. Fatto sta che Ted o Tad, con la sua barba da porcospino le stava irritando il collo, e nel frattempo le pigiava una guancia contro la parete del cesso.
(incipit)
Ho letteralmente divorato questo libro al quale probabilmente non mi sarei mai avvicinata se non avessi visto il film con Toni Collette e Cameron Diaz: il titolo italiano, infatti, mi avrebbe respinta lontana mille miglia, dato che lascia immaginare che si raccontino le avventure erotiche di una certa Maggie. In realtà il romanzo è piacevolissimo e non c’è nulla di erotico nel suo contenuto: è vero che Maggie se la spassa un po’ troppo e decisamente con troppi uomini, ma non si entra mai nel dettaglio e tutto ciò che viene raccontato degli incontri amorosi della ragazza è limitato a ciò che è davvero importante ai fini della trama (per intenderci, niente capezzoli turgidi alla Tracy Chevalier che tanto mi avevano infastidito).
La trama racconta la storia di Maggie e Rose, due sorelle orfane di madre che non potrebbero essere più diverse: Rose è un’avvocato in carriera, intelligente, seria, un po’ cicciottella e non cura molto il suo aspetto fisico. Non ha un gran gusto nel vestire ma adora le scarpe e ne possiede decine e decine di paia, di tutti i tipi. Maggie è tutto l’opposto: bellissima e consapevole di esserlo, adora fare shopping, è irresponsabile e sempre in bolletta in quanto non è capace di tenersi un lavoro per più di un mese. Il già precario equilibrio tra le due ragazze crolla definitivamente quando Maggie compie un gesto davvero spregevole
andando a letto con il fidanzato di Rose.
Il romanzo è narrato da tre punti di vista differenti (quello di Rose, quello di Maggie e quello di Ella, la nonna che le ragazze non hanno mai conosciuto) e ciò ha permesso all’autrice di affrontare in modo approfondito il percorso di crescita delle tre donne, che per tutte è molto importante e profondo: tutte e tre hanno qualcosa da sistemare prima con sé stesse e poi tra loro, e il modo in cui la Weiner intreccia le loro dinamiche è efficace e appassionante.
La differenza con il film sta soprattutto in ciò che accade a Maggie dopo la fuga da casa di Rose: mentre nel film si reca subito a casa della nonna in Florida, nel romanzo la ragazza trascorre un periodo come clandestina nel primo luogo che le viene in mente e che giocherà un ruolo fondamentale nel suo percorso di crescita:
il campus universitario di Princeton, dove sua sorella si è laureata in giurisprudenza e dove Maggie riesce a mimetizzarsi perfettamente con gli altri studenti prima di essere scoperta.
Su internet ho scoperto che per questo romanzo esiste una “Reading Group Guide”, ovvero una guida per i Gruppi di Lettura con una serie di domande che aiutano a riflettere su ciò che si è letto. La cosa mi ha incuriosita e ho deciso di provare a dare le mie risposte che possono essere lette aprendo lo spoiler (attenzione perché contengono un sacco di rivelazioni sulla trama). Il link al sito sul quale ho trovato le domande è
questo. Le domande sono state liberamente tradotte da me.
Readin Group Guide
1) Attraverso gli occhi di queste giovani donne ricaviamo una visione del mondo piuttosto moderna. Cosa ne pensi, quindi, del finale così tradizionale: il matrimonio da favola che sembra incarnare tutte le speranze per il futuro? Ritieni che l’autrice stia giocando con questo concetto o che lo stia usando per bilanciare una trama non tradizionale?
Credo che il finale sia la diretta conseguenza del carattere e del percorso intrapreso da Rose nel romanzo: ciò che lei davvero desidera è la normalità (come viene esplicitamente detto quando esprime il rammarico di non avere una famiglia normale come quella di Simon). Rose è stata costretta a crescere in fretta e a farsi carico della sorella minore da quando aveva 10 anni, ha vissuto la morte della madre che soffriva di disturbo bipolare, e che quindi anche da viva non aveva i comportamenti di una madre normale, il padre si è risposato con una donna che non amava le bambine e che rendeva loro la vita impossibile; credo sia comprensibile che abbia voglia di cose normali, tradizionali, e l’autrice le ha concesso il suo matrimonio di favola.
2) L’autrice utilizza una tecnica piuttosto inusuale narrando la storia da diversi punti di vista. Come ha influito sulla tua lettura? Per quale motivo l’autrice può aver compiuto questa scelta? Credi ci siano aspetti interiori che avrebbero potuto emergere solo attraverso la molteplicità delle prospettive o ritieni che l’autrice abbia voluto creare quell’ambiguità o quel contrasto di prospettive che una tecnica del genere può suscitare nel lettore?
Io amo molto la tecnica (che non è affatto inusuale) di spostare il punto di vista da un personaggio all’altro durante la narrazione, perché aiuta ad esplorare in modo più approfondito la personalità di ciascun personaggio. Questo non è un mistery o comunque un romanzo in cui sia necessario rimescolare le carte per creare suspance e fuorviare il lettore: in questo caso sono convinta che l’obiettivo dell’autrice fosse proprio quello di farci conoscere Rose, Maggie e Ella nel profondo.
3) Questa è da più punti di vista una storia sulla crescita, il cambiamento e la trasformazione. Discutete del modo in cui ogni personaggio altera il proprio vecchio, comodo modo di essere, comportarsi o pensare (o non pensare, nel caso di Maggie) durante il corso della storia. Quanto ti sembra semplice il cambiamento per i personaggi? Credi che un grande dolore o una disillusione (verso un lavoro o una persona) possa essere il principale catalizzatore di tutti questi cambiamenti, o ritieni che sia qualcos’altro a scatenarli?
Assolutamente si, un avvenimento doloroso può essere un fortissimo motore per un cambiamento, sia in positivo che in negativo. In questo caso, Rose decide di lasciare il proprio lavoro per evitare di incontrare nuovamente Jim e scopre che fuori dallo studio c’è tutto un mondo che non aveva mai conosciuto. Maggie, costretta ad allontanarsi da casa di sua sorella, non solo scopre di essere in grado di fare tante cose (che sia capire una poesia, o realizzarsi davvero con una professione adatta a lei), ma anche che per piacere agli altri non deve per forza usare la propria avvenenza. Infine, Ellen decide di buttarsi nel tentativo di riconciliarsi con Maggie anche se impiegherà molto tempo per conquistare la fiducia della ragazza.
4) Per entrambe le sorelle il rapporto con il proprio corpo definisce la loro visione del mondo che le circonda. Mentre Rose, almeno all’inizio della storia, sembra quasi scusarsi per il proprio aspetto, Maggie usa il suo come un’arma, muovendosi per il romanzo con una sicurezza che sconfina nell’aggressività. In che modo pensi che i loro corpi, o forse le reazioni che ottengono dagli altri attraverso il loro aspetto fisico, abbiano aiutato a creare le persone in cui si sono infine trasformate?
Secondo me ciò che ha fatto “scattare il meccanismo” da questo punto di vista è stato l’incontro con delle persone che per la prima volta le hanno viste in modo diverso da come gli altri le avevano sempre guardate: Rose incontra Simon, un uomo che la ama così com’è, mentre Maggie incontra Charlie, il primo ragazzo che non cerca di saltarle addosso pur non essendo gay, e i vecchietti e le vecchiette della casa di cura, che la trovano interessante senza vedere in lei un oggetto del desiderio.
5) All’inizio del romanzo abbiamo una dolorosa e sconvolgente immagine dell’infanzia di Rose durante la scena della partita di palla avvelenata. E mentre ci saremmo aspettati, o avremmo almeno sperato che sua sorella intervenisse e cercasse di proteggere Rose in un momento così umiliante, Maggie rimane a guardare, ovviamente addolorata ma impietrita. Di fatto, Maggie va talmente oltre nell’incolpare la sorella da chiedersi “Perché Rose doveva indossare proprio oggi quelle mutande” e tranquillizzandosi dicendosi che “Rose se l’è cercata”. Sei rimasta colpita dalla freddezza di Maggie? Credi che ci siano delle circostanze attenuanti che aiutino a spiegare questa crudeltà?
Questo brano del romanzo mi ha colpito molto quando l’ho letto: mi sono sentita stringere il cuore per la povera Rose, ma credo che l’attenuante di Maggie sia che fin da bambina si è sentita inferiore alla sorella e abbia sempre segretamente voluto essere come lei. Così, quando si trova di fronte alla difficoltà di Rose non vuole andare ad aiutarla, ma quasi la sfida a riuscire a cavarsela, dato che è sempre così brava, così intelligente e così apprezzata.
6) Il perdono gioca un ruolo centrale in questa storia in quanto molti personaggi lottano con il loro bisogno di una famiglia e la loro incapacità di lasciarsi il passato alle spalle. Quanto credi che il perdono abbia spianato la strada alla risoluzione della storia? Tu avresti perdonato Maggie? Se fossi stata Ella, avresti perdonato Michael Feller per averti esclusa dall’infanzia di Rose e Maggie? Ti sembra più centrale nel racconto l’idea di perdono di sé stessi o degli altri?
Sicuramente il perdono, di sé stessi e degli altri, è centrale nel romanzo e il fatto che tutte e tre le protagoniste siano state capaci di perdonare è stata la chiave per una conclusione felice. Soprattutto credo che per tutti i personaggi sia stato necessario fare prima pace con sé stessi e solo in un secondo tempo sono stati in grado di perdonarsi tra loro. Non so dire se avrei perdonato o meno Maggie o Michael Feller, per poter giudicare queste situazioni bisogna viverle, forse la capacità di perdonare dipende anche da quanto bisogno abbiamo di rimettere a posto le cose.
7) A volte sembra che Maggie abbia creato di sé l’antitesi di sua sorella e Rose rifiuta e critica profondamente tutti gli aspetti del suo carattere che la accomunano a Maggie. Pensi che il rifiuto reciproco delle sorelle sia in realtà un rifiuto di sé stesse? Non condividono in realtà più tratti di quanto non vogliano ammettere? Vorrebbero in realtà essere l’una come l’altra? Non hanno accettato così profondamente i loro rispettivi ruoli di puttanella e di brava ragazza da sopprimere inconsciamente ogni comportamento che potrebbe aiutarle ad uscire da quel tracciato?
Credo che le due ragazze non vorrebbero essere totalmente l’una come l’altra, ma sicuramente ciascuna invidia all’altra qualcosa e in determinati aspetti vorrebbe esserle più simile. Sicuramente il radicarsi nel proprio ruolo è una protezione, perché è molto più semplice e comodo aderire a ciò che gli altri vedono in noi piuttosto che sforzarsi di dimostrare di essere diversi, ci si siede sui propri difetti.
8 ) Ritieni che questa storia sia comune in termini di rivalità tra sorelle o credi che vada oltre quello che generalmente si considera un “normale” contrasto tra sorelle? Se è così, cosa ritieni che abbia influito di più? Ovviamente la tensione di perdere una madre — la cui vita era per di più piena di problemi anche prima della sua morte a causa di un grave problema mentale — può causare rabbie e rancore ma perché pensi che le ragazze si siano rivoltate l’una contro l’altra come hanno fatto? Ti ha sorpreso il fatto che le esperienze che hanno condiviso non abbiano portato ad un’incrollabile solidarietà?
Sicuramente la rivalità tra Maggie e Rose non può essere considerata normale proprio a causa delle esperienze che hanno vissuto. Penso che forse anche in questo caso il senso di colpa sia la causa principale: è possibile che le due ragazze si sentissero entrambe in colpa per la morte della madre, come se ciò fosse dipeso da loro e abbiano cercato di sfogare quel senso di colpa l’una sull’altra, quando in realtà avrebbero voluto prendersela con sé stesse.
9) Mentre Rose sembra avere trovato un’amica forte e leale in Amy, abbiamo la sensazione che Maggie non abbia vere amiche donne; sembra che le relazioni maschili siano le uniche che sceglie di portare avanti. A che punto credi che la relazione di Maggie con Rose influenzi la sua capacità di creare legami veri e duraturi con altre donne nella sua vita? Perché Rose sembra maggiormente in grado di crearle?
Aiuto, le domande psicologiche si fanno sempre più difficili. Credo che le relazioni con gli uomini facciano sentire Maggie sicura, è lei che domina il gioco e tiene la situazione sotto controllo. Con le donne non è così, perché lei è fondamentalmente un’insicura e di fronte ad una donna sarebbe privata della sua arma principale, la seduzione, e sarebbe costretta a fare appello ad altre qualità che non crede di avere, come l’intelligenza, la prontezza di spirito, ecc.
10) Ad un certo punto Rose dice ad una cameriera, a proposito dell’allontamento di Maggie: “Non è una mia amica, è mia sorella.” Come può questa frase gettare un po’ di luce sui sentimenti di responsabilità e risentimento provati da Rose per Maggie? Pensi che in circostanze migliori Maggie e Rose avrebbero potuto essere amiche? Pensi che i membri di una famiglia possano davvero essere amici?
Decisamente si a tutte e due le domande. In famiglia si può essere amici e complici, lo vedo ad esempio in mia madre con le sue sorelle: ogni tanto discutono ma di base c’è un forte legame di amicizia, accentuato dal legame di sangue. Non vedo perché in condizioni normali non avrebbero potuto essere amiche.
11) Che significato ha il titolo in riferimento ai temi che questo romanzo affronta? Pensi che sia davvero possibile per qualcuno mettersi nei panni di qualcun altro? Cosa pensi risponderebbe l’autrice?
Ovviamente noi italiani che dobbiamo sottostare a traduzioni becere dei titoli non potremmo rispondere se non conoscessimo il titolo originale del romanzo. “In her shoes” secondo me, oltre a giocare con il fatto che Maggie ruba regolarmente le scarpe a Rose, si riferisce al desiderio delle due ragazze di essere l’una nei panni dell’altra, ovvero a quello che si diceva prima, la volontà di avere qualche caratteristica dell’altra. Non credo sia mai possibile mettersi davvero nei panni di qualcun altro, perché le esperienze che viviamo influiscono in mille modi sul nostro carattere e i comportamenti di ciascuno di noi sono fortemente condizionate dal nostro “background” (mamma come parlo fico).
12) Come immagini Rose e Maggie tra dieci anni? La loro relazione è diventata più forte? Le vedi finalmente amiche o pensi che alla fine ci ricascheranno di nuovo?
Odio queste domande! E che ne so, chiedilo all’autrice? Io personalmente le farei diventare amiche: a parte che mi piacciono i lieto fine, Maggie è davvero maturata e credo che molti dei suoi problemi di autostima (alla base delle sue relazioni sbagliate con gli uomini e con la sorella) si siano risolti. Bisogna vedere se Rose ha davvero e nel profondo perdonato la sorella e soprattutto se crede davvero in lei e nelle sue capacità: forse questo sarebbe l’unico inghippo.
Rose riagganciò. Sua sorella era come quello stramaledetto giocattolo, come si chiamava, “Ercolino sempre in piedi”. Traballava, faceva casino, ti rubava le scarpe, i soldi e il fidanzato, ma non cadeva mai e poi mai.
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