Autore: Italo Calvino
Anno di pubblicazione: 2002
Editore: Gruppo Editoriale L'Espresso
Pagine: 223
Iniziato il: 22 gennaio 2012
Terminato il: 23 gennaio 2012
Valutazione:★★★★
Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri:«No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.
(incipit)
Trama
È un romanzo sul piacere di leggere romanzi: protagonista è il lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro. (Italo Calvino)
Commento
Ci sono libri che non vanno raccontati, vanno letti, perché tentando di riassumerne il contenuto o di spiegarne le particolarità si rischia di semplificare troppo e di non riuscire ad espimere tutto ciò che la lettura ci ha comunicato. Se una notte d'inverno un viaggiatore è un romanzo bellissimo e originale che parla di se stesso, della lettura, dei lettori, degli scrittori e dei libri. La voce dell'autore mi ha abbracciato, scaldato e mi ha quasi obbligato ad immedesimarmi con questo protagonista Lettore, frustrato dall'impossibilità di poter concludere i romanzi che ha iniziato e contemporaneamente attratto da tutti i nuovi inizi che gli si presentano davanti. Questa "trovata" dei diversi incipit mi è piaciuta moltissimo, anche se mi è rimasta la curiosità di sapere come Calvino avrebbe fatto proseguire i vari romanzi, soprattutto "Se una notte d'inverno un viaggiatore" e "In una rete di linee che si allacciano", che sono quelli che più hanno stimolato il mio interesse. Anche la "storia-cornice", per quanto caotica (anzi, forse proprio per quello), mi ha appassionato: nonostante, dopo i primi due incipit, avessi capito come funzionava la tiritera, non riuscivo ad evitare che una parte di me, tutte le volte che si presentava un nuovo titolo, provasse una piccola e remota speranza che finalmente quello fosse davvero il libro giusto, esattamente come accadeva al Lettore. Ho trovato bellissimo anche il "capitolo" con il diario di Flannery, ovvero il punto di vista dello scrittore e molto stimolanti tutte le allusioni ai "tipi" di lettore, che mi hanno fatto ragionare soprattutto su cosa sia per me la lettura. Tra tutte, forse, la frase che meglio ha espresso la mia concezione della lettura, e anche quello che io cerco in un libro, è questa: "Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà."
Commento
Ci sono libri che non vanno raccontati, vanno letti, perché tentando di riassumerne il contenuto o di spiegarne le particolarità si rischia di semplificare troppo e di non riuscire ad espimere tutto ciò che la lettura ci ha comunicato. Se una notte d'inverno un viaggiatore è un romanzo bellissimo e originale che parla di se stesso, della lettura, dei lettori, degli scrittori e dei libri. La voce dell'autore mi ha abbracciato, scaldato e mi ha quasi obbligato ad immedesimarmi con questo protagonista Lettore, frustrato dall'impossibilità di poter concludere i romanzi che ha iniziato e contemporaneamente attratto da tutti i nuovi inizi che gli si presentano davanti. Questa "trovata" dei diversi incipit mi è piaciuta moltissimo, anche se mi è rimasta la curiosità di sapere come Calvino avrebbe fatto proseguire i vari romanzi, soprattutto "Se una notte d'inverno un viaggiatore" e "In una rete di linee che si allacciano", che sono quelli che più hanno stimolato il mio interesse. Anche la "storia-cornice", per quanto caotica (anzi, forse proprio per quello), mi ha appassionato: nonostante, dopo i primi due incipit, avessi capito come funzionava la tiritera, non riuscivo ad evitare che una parte di me, tutte le volte che si presentava un nuovo titolo, provasse una piccola e remota speranza che finalmente quello fosse davvero il libro giusto, esattamente come accadeva al Lettore. Ho trovato bellissimo anche il "capitolo" con il diario di Flannery, ovvero il punto di vista dello scrittore e molto stimolanti tutte le allusioni ai "tipi" di lettore, che mi hanno fatto ragionare soprattutto su cosa sia per me la lettura. Tra tutte, forse, la frase che meglio ha espresso la mia concezione della lettura, e anche quello che io cerco in un libro, è questa: "Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà."
Rigiri il libro tra le mani, scorri le frasi del retrocopertina, del risvolto, frasi generiche, che non dicono molto. Meglio così, non c'è discorso che pretenda di sovrapporsi al discorso indiscretamente al discorso che il libro dovrà comunicare lui direttamente, a ciò che dovrai tu spremere dal libro, poco o tanto che sia. Certo, anche questo girare intorno al libro, leggerci intorno prima di leggerci dentro, fa parte del piacere del libro nuovo, ma come tutti i piaceri preliminariha una sua durata ottimale se si vuole che serva a spingere verso il piacere più consistente della consumazione dell'atto, cioè della lettura del libro.
Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà.
La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual'è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t'interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri.
Dalla lettura delle pagine scritte, la lettura che gli amanti fanno dei loro corpi (di quel concentrato di mente e corpo di cui gli amanti si servono per andare a letto insieme) differisce in quanto non è lineare. Attacca da un punto qualsiasi, salta, si ripete, torna indietro, insiste, si ramifica in messaggi simultanei e divergenti, torna a convergere, affronta momenti di fastidio, volta pagina, ritrova il filo, si perde.
Quale dato permette di distinguere le nazioni in cui la letteratura gode di una vera considerazione, meglio delle somme stanziate per controllarla e reprimerla?
Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte.
Se una notte d’inverno un viaggiatore, fuori dell’abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l’ombra s’addensa in una rete di linee che s’allacciano, in una rete di linee che s’intersecano sul tappeto di foglie illuminate dalla luna intorno a una fossa vuota, – Quale storia laggiù attende la fine? – chiede, ansioso d’ascoltare il racconto.
Bellissimo libro!!! Lo adorai e tutt'ora lo ritengo una delle migliori letture della mia vita! :-)
RispondiEliminaOgni incipit non è che una capitolo di una storia più grande che è quella del lettore con la lettura...ci sarebbe tanto da dire e tanto si è detto ma l'unica cosa qui che possiamo fare è dire ancora che è bellissimo e che Calvino è uno degli scrittori italiani più bravi che abbiamo mai avuto...mi fa piacere tu l'abbia apprezzato! ^^
Un libro favoloso!
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