Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

sfide: infinita, del nord e del freddo, bersaglio

Titolo originale: Hundraåringen som klev ut genom fönstret och fönstret
och försvann
Autore: Jonas Jonasson
Anno di pubblicazione: 2009
Editore: Bompiani
Pagine: 446

Iniziato il: 11 gennaio 2012
Terminato il: 20 gennaio 2012
Valutazione:★★★★
Di certo Allan Karlsson avrebbe potuto pensarci prima e, magari, comunicare agli interessati la sua decisione. In effetti non aveva mai riflettuto troppo sulle cose. Ecco perché quell'idea non ebbe neanche il tempo di fissarsi nella sua testa che già aveva aperto la finestra della stanza al pianterreno della casa di riposo di Malmköping, nel Sörmland, per poi sgusciare fuori e atterrare nell'aiuola sottostante.
(incipit)

Trama

Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità. 
Allan, però, è di un’altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. 

Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Anzi, senza avere alcuna destinazione in mente. Nell’attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all’ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. 
La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. 
Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. 

E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto. 
Una girandola di equivoci. Una esilarante avventura. 
Una vitalità esuberante. Una galleria di personaggi senza paragoni. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino. (dal retro di copertina)

Commento
Su questo romanzo è stato detto di tutto: che è un caso editoriale, che fa morire dalle risate, che è una delusione, che non fa per niente ridere, ecc, ecc, ecc. A me personalmente incuriosiva molto quindi, diffidando dei commenti negativi mi sono fatta la mia coda di prenotazioni in biblioteca e sono finalmente riuscita a leggerlo. Non capisco davvero come mai molte persone l'abbiano trovato inutile: a me è piaciuto da morire! Non c'è dubbio che le vicende raccontate siano del tutto irreali e impossibili e mai, neanche in una pagina l'autore dà anche solo l'impressione di tentare di farcele passare come realistiche; le incredibili situazioni in cui Allan si ritrova durante tutta la sua vita sono così chiaramente assurde, che proprio in esse si trova il primo aspetto divertente del romanzo.
La narrazione si sposta continuamente su due piani temporali distinti: il presente e il passato del protagonista. Se ciò che capita ad Allan dal giorno in cui decide di fuggire dalla casa di riposo in cui alloggia sembra pazzesco, non è nulla in confronto a quello che ha vissuto dalla sua nascita fino alla mattina del suo centesimo compleanno; le sue avventure lo portano a girare letteralmente il mondo, facendo amicizia con capi di stato e presidenti, partecipando alla costruzione di bombe atomiche e intervenendo nei più delicati momenti della storia con la sua arma migliore: la semplicità. Le sue peripezie (che sono narrate in terza persona ma riportando sempre il punto di vista del protagonista) e gli improbabili incontri che fa nella sua vita, ci vengono raccontati con candore, come se fossero normalissimi e uguali a quelli di tutte le persone.
Su aNobii ho letto in tante recensioni che Allan potrebbe essere considerato il Forrest Gump svedese, anche se manca della sua innocenza; ad essere sincera, le avventure di Allan non mi hanno fatto pensare tanto a Forrest Gump quanto a Big Fish (non ho ancora mai letto il libro; il film, comunque, è uno dei miei preferiti, non per nulla è diretto da Tim Burton), e idem per il carattere del protagonista, che non è per nulla innocente ma, come dice perfettamente la sua infermiera della casa di riposo: "Allan è senza dubbio vecchio, ma è anche un maledetto farabutto che sa esattamente quello che fa".
Fosse stato per me avrei citato tutto il libro, ma essendo composto da più di 400 spassosissime pagine, forse non è il caso; purtroppo costa parecchio, quindi per il momento mi accontenterò di una sola lettura, ma è poco ma sicuro che appena dovesse uscire in paperback entrerà immediatamente a far parte della mia libreria.
Comunque sia, era la bellissima moglie del capo del Kuomintang cinese, Chiang Kai-shek. [...] Ora, la signora stava perseguitando il presidente Truman affinché questi mantenesse le promesse fatte dal presidente Roosvelt circa la lotta al comunismo.
"Lo sapevo che si ricadeva di nuovo in politica," commentò Allan.
"E' piuttosto difficile evitare l'argomento se sei il presidente degli Stati Uniti," ribattè Truman.
Allan si complimentò con Herbert per l'ottimo lavoro e l'eccellente interpretazione. Quest'ultimo arrossì, cercando di sviare il discorso e affermando che non è poi così difficile interpretare la parte dello scemo se lo si è di natura. Allan rispose che non ne era poi così sicuro, dato che i cretini che aveva incontrato finora avevano sempre cercato di apparire intelligenti.

2 commenti:

  1. Anche a me questo libro incuriosiva parecchio, mi piacciono le storie umoristiche! Mi fido del tuo giudizio e lo metto nella lista dei titoli da leggere! ^_^

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  2. Aiuto! Così mi lasci una grossa responsabilità!! ^_^

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