di Patrizia Emilitri
Formato: Hardcover, 258 pagine
Editore: Sperling & Kupfer, 2014
Genere: Romanzo, Narrativa generale
Lettura n.: 20/2015
Preso da: Biblioteca
Inizio lettura: 12 febbraio 2015
Fine lettura: 16 febbraio 2015
Ambientazione: Lombardia/Toscana/Liguria/Italia
Pubblicato: 2014
Links: aNobii, Goodreads
Formato: Hardcover, 258 pagine
Editore: Sperling & Kupfer, 2014
Genere: Romanzo, Narrativa generale
Lettura n.: 20/2015
Preso da: Biblioteca
Inizio lettura: 12 febbraio 2015
Fine lettura: 16 febbraio 2015
Ambientazione: Lombardia/Toscana/Liguria/Italia
Pubblicato: 2014
Links: aNobii, Goodreads
Voto: 7/10
La casa di riposo è in festa un'altra volta. E' trascorso poco più di un mese da quando giochi pirotecnici e palloncini colorati hanno salutato a nascita del nuovo millennio, mentre cartelli con la scritta 2000 campeggiavano sulle porte delle stanze. Come se ci fosse da festeggiare per un secolo che quasi nessuno vedrà concludersi, tanto meno gli ospiti di Villa Maria.
incipit
Commento
Non so bene da dove partire per parlare di questo libro: ho tante idee in testa ma tutte piuttosto in contraddizione tra loro. Cercherò di procedere passo per passo così da riordinarle almeno un pò.
Il libro mi è piaciuto: mi ha particolarmente colpito l'abilità di scrittura dell'autrice, che ritengo abbia davvero talento, e sono rimasta stupita e incantata soprattutto di fronte al modo in cui parla della morte che viene raccontata con una delicatezza ed una profondità emozionante.
La storia è intrigante e, come sempre mi accade quando trovo questa tipologia di narrazione, ho apprezzato moltissimo l'alternarsi di passato e presente che ci porta a vedere la vicenda prima con gli occhi della sua protagonista e successivamente a "reinterpretarla" con quelli di Claudia, che vive nel nostro tempo. Anche l’ambientazione della storia di Clorinda, in viaggio tra terre che conosco bene (la Liguria e la Lombardia) e i personaggi da lei incontrati durante tutta la sua vita sono stati due elementi che mi hanno particolarmente appassionata: mi è piaciuto molto seguire le sue vicende come domestica o assistente nelle case dei nobili (i personaggi alla Jane Eyre hanno sempre un fascino su di me) e accompagnarla nelle diverse fasi della sua esistenza.
In tutto questo c'è un "ma" che mi ha lasciato delle perplessità durante tutta la lettura e che riguarda principalmente le due protagoniste. Clorinda è un personaggio affascinante che però credo non sia stato sfruttato in tutte le sue potenzialità, soprattutto per quanto riguarda il suo punto di forza: l'ambiguità. La caratteristica più affascinante dei personaggi ambigui è che spesso sono tormentati: mi viene da pensare ad esempio al Roland di Stephen King, di cui sto leggendo le avventure in questi mesi o, in modo molto meno estremo ma altrettanto valido, ad un Mr. Darcy, incomprensibile nei suoi atteggiamenti per quasi tutto il romanzo. Il bello, e il difficile, dei personaggi ambigui è proprio il mistero che li circonda anche quando sono i protagonisti assoluti (vedi Roland): noi vediamo la storia con i loro occhi eppure ci manca sempre la chiave per comprenderli davvero, almeno finchè non chiudiamo l'ultima pagina (e anche a quel punto non è sempre detto che si siano completamente aperti al nostro sguardo). Clorinda sembra quasi intoccabile, tutto le scivola addosso e pare non lasciare traccia su di lei. Potrebbe sembrare una donna cattiva: non ha praticamente mai rimorsi di coscienza per ciò che ha fatto agli altri e cerca solo di salvare sé stessa. In realtà allo stesso tempo viene quasi giustificata per aver avuto una vita difficile e non è presentata come un personaggio davvero negativo. In realtà, nonostante quello che viene spesso ripetuto nel libro, a conti fatti la sua vita non è stata proprio così sfortunata. Ha fatto delle scelte che, dal punto di vista della trama, non mi sono sembrate per niente obbligate (l’autrice non le ha chiuso attorno tutte le possibilità, facendola trovare costretta a seguire un certo percorso: avrebbe sempre avuto un’alternativa ma ha sempre preso la strada più tragica senza una vera e propria necessità) e compiuto azioni estreme quando avrebbe potuto trovare una soluzione molto meno drammatica: insomma, il suo percorso verso la “dannazione” mi è sembrato spesso forzato e non giustificato dalla situazione.
Per quanto riguarda Claudia, è stata un pò una delusione nel finale perchè per tutto il romanzo l'ho trovata molto verosimile - le sue reazioni a ciò che le accade, inclusa la lettura del manoscritto, sono le stesse che ho avuto io leggendo e sono molto realistiche - mentre al termine si rimbambisce totalmente e diventa la classica protagonista che, per permettere alla trama di realizzarsi, non capisce le cose più ovvie (e che invece il lettore ha ovviamente intuito pagine prima). Anche la parte magica, che avevo trovato ben bilanciata per tutto il romanzo, nel finale viene lasciata andare un pò troppo "a briglia sciolta" e credo si esageri un pochino.
Ecco, sono partita bene e sono finita a muovere un sacco di critiche: in realtà resto convinta del fatto che il romanzo mi sia piaciuto e che l'autrice abbia dimostrato di saperci fare. Anzi, è proprio il fatto che il libro sia solido come struttura di base che mi ha portato ad individuare subito gli aspetti che ho trovato più deboli rispetto al resto. Spero proprio di poter leggere presto qualcos'altro di questa autrice.
Il libro mi è piaciuto: mi ha particolarmente colpito l'abilità di scrittura dell'autrice, che ritengo abbia davvero talento, e sono rimasta stupita e incantata soprattutto di fronte al modo in cui parla della morte che viene raccontata con una delicatezza ed una profondità emozionante.
La storia è intrigante e, come sempre mi accade quando trovo questa tipologia di narrazione, ho apprezzato moltissimo l'alternarsi di passato e presente che ci porta a vedere la vicenda prima con gli occhi della sua protagonista e successivamente a "reinterpretarla" con quelli di Claudia, che vive nel nostro tempo. Anche l’ambientazione della storia di Clorinda, in viaggio tra terre che conosco bene (la Liguria e la Lombardia) e i personaggi da lei incontrati durante tutta la sua vita sono stati due elementi che mi hanno particolarmente appassionata: mi è piaciuto molto seguire le sue vicende come domestica o assistente nelle case dei nobili (i personaggi alla Jane Eyre hanno sempre un fascino su di me) e accompagnarla nelle diverse fasi della sua esistenza.
In tutto questo c'è un "ma" che mi ha lasciato delle perplessità durante tutta la lettura e che riguarda principalmente le due protagoniste. Clorinda è un personaggio affascinante che però credo non sia stato sfruttato in tutte le sue potenzialità, soprattutto per quanto riguarda il suo punto di forza: l'ambiguità. La caratteristica più affascinante dei personaggi ambigui è che spesso sono tormentati: mi viene da pensare ad esempio al Roland di Stephen King, di cui sto leggendo le avventure in questi mesi o, in modo molto meno estremo ma altrettanto valido, ad un Mr. Darcy, incomprensibile nei suoi atteggiamenti per quasi tutto il romanzo. Il bello, e il difficile, dei personaggi ambigui è proprio il mistero che li circonda anche quando sono i protagonisti assoluti (vedi Roland): noi vediamo la storia con i loro occhi eppure ci manca sempre la chiave per comprenderli davvero, almeno finchè non chiudiamo l'ultima pagina (e anche a quel punto non è sempre detto che si siano completamente aperti al nostro sguardo). Clorinda sembra quasi intoccabile, tutto le scivola addosso e pare non lasciare traccia su di lei. Potrebbe sembrare una donna cattiva: non ha praticamente mai rimorsi di coscienza per ciò che ha fatto agli altri e cerca solo di salvare sé stessa. In realtà allo stesso tempo viene quasi giustificata per aver avuto una vita difficile e non è presentata come un personaggio davvero negativo. In realtà, nonostante quello che viene spesso ripetuto nel libro, a conti fatti la sua vita non è stata proprio così sfortunata. Ha fatto delle scelte che, dal punto di vista della trama, non mi sono sembrate per niente obbligate (l’autrice non le ha chiuso attorno tutte le possibilità, facendola trovare costretta a seguire un certo percorso: avrebbe sempre avuto un’alternativa ma ha sempre preso la strada più tragica senza una vera e propria necessità) e compiuto azioni estreme quando avrebbe potuto trovare una soluzione molto meno drammatica: insomma, il suo percorso verso la “dannazione” mi è sembrato spesso forzato e non giustificato dalla situazione.
Per quanto riguarda Claudia, è stata un pò una delusione nel finale perchè per tutto il romanzo l'ho trovata molto verosimile - le sue reazioni a ciò che le accade, inclusa la lettura del manoscritto, sono le stesse che ho avuto io leggendo e sono molto realistiche - mentre al termine si rimbambisce totalmente e diventa la classica protagonista che, per permettere alla trama di realizzarsi, non capisce le cose più ovvie (e che invece il lettore ha ovviamente intuito pagine prima). Anche la parte magica, che avevo trovato ben bilanciata per tutto il romanzo, nel finale viene lasciata andare un pò troppo "a briglia sciolta" e credo si esageri un pochino.
Ecco, sono partita bene e sono finita a muovere un sacco di critiche: in realtà resto convinta del fatto che il romanzo mi sia piaciuto e che l'autrice abbia dimostrato di saperci fare. Anzi, è proprio il fatto che il libro sia solido come struttura di base che mi ha portato ad individuare subito gli aspetti che ho trovato più deboli rispetto al resto. Spero proprio di poter leggere presto qualcos'altro di questa autrice.
La bellezza della giovinezza passa così in fretta che solo lo specchio ne mantiene il ricordo, ma la bellezza dell'anima, quella resta per sempre, fino all'ultimo giorno, all'estremo istante, ed è l'ultima ad andarsene. Resta sospesa sul capo della persona che muore e su coloro che l'hanno amata. La senti, ne percepisci il calore, il profumo, come un ultimo abbraccio, e una sua parte rimane in te per sempre.
Grazie per la recensione e anche per i ma...sono di grande aiuto per uno scrittore e grazie per i complimenti sulla scrittura. Spero che il prossimo sia ancora più di tuo gradimento. Altra storia, altri personaggi! grazie ancora.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo per questo tuo commento che proprio non mi aspettavo!! :D Mi fa davvero piacere che tu abbia colto l'aspetto "costruttivo" di quanto ho scritto: per quanto d'aiuto posso immaginare che non sia del tutto piacevole ricevere critiche su qualcosa in cui si crede molto.
EliminaIl tuo prossimo romanzo lo leggerò con grandissimo piacere!