Chocolat

sfide: a tema, alfabeto
Titolo originale: Chocolat
Autore: Joanne Harris
Anno di pubblicazione: 1999
Editore: Garzanti
Pagine: 338

Iniziato il: 06 ottobre 2011
Terminato il: 09 ottobre 2011
Valutazione: ★★★★
Siamo arrivate con il vento del carnevale. Un vento tiepido per febbraio, carico degli odori caldi delle frittelle sfrigolanti, delle salsicce e delle cialde friabili e dolci cotte alla piastra proprio sul bordo della strada, con i coriandoli che scivolano simili a nevischio da colletti e polsini e finiscono sul marciapiede come inutile antidoto contro l'inverno. C'è un'eccitazione febbrile nella folla disposta lungo la stretta via principale, i colli che si allungavano per vedere il carro fasciato di carta crespata, con i suoi nastri svolazzanti e le coccarde di cartoncino.
(incipit)
Incantevole. Non potrei usare altra parola per descrivere questo romanzo nel quale cioccolato, magia e amore creano una combinazione che riscalda il cuore. E non solo dei lettori.

L'arrivo di Vianne Rocher e di sua figlia Anouk, sconvolge la vita di Lansquenet-sous-Tannes, un piccolo paesino di provincia adagiato in riva ad un fiume. Gli abitanti assistono prima con sospetto, poi con crescente curiosità all'apertura de La Céleste Praline, una piccola cioccolateria luminosa, le cui vetrine sono decorate con sculture di zucchero, carta increspata e nastri dorati, e che sembra quasi fuori luogo nella piazza del paese, proprio di fronte all'austera chiesa. Vianne, per di più, è completamente diversa da ogni altro abitante di Lansquenet: non ha un marito (e non è vedova), non va in Chiesa, veste con abiti colorati ed ha un modo di fare espansivo e accogliente, che lentamente riesce ad attrarre e conquistare i sospettosi compaesani. Non tutti, però, sono felici del suo arrivo, per primo il prete del luogo, Francis Reynaud, che vede in lei una cattiva influenza per il suo gregge, a suo dire già abbastanza disperso.

Avevo visto anni fa il film con Juliette Binoche e Johnny Depp e mi ricordo che mi era piaciuto tantissimo, soprattutto per l'atmosfera calda e accogliente che contrastava con il freddo del paese e dei suoi abitanti, e che si respira anche tra le pagine del libro, il quale secondo me risulta più cupo in molti punti. La storia è prevalentemente narrata dal punto di vista di Vianne, anche se quà e là incontriamo alcuni capitoli nei quali la voce narrante è quella di Reynaud. Il contrasto tra i due narratori è lampante: le parti del romanzo viste con gli occhi di Vianne sono calde e profumate, e anche quando traspare una nota di tristezza e di malinconia, questa è sempre colorata dall'energia e dall'amore che la donna emana ad ogni passo. Al contrario le parti narrate dal curato sono come l'interno della sua chiesa: buie, fredde e pervase di diffidenza e di rancore, oltre che da un cieco bigottismo.

Moltissimi sono i personaggi le cui vite si intrecciano con quella di Vianne, ciascuno con un ruolo ben definito all'interno del racconto e che si dividono tra coloro che si affezionano alla donna e alla sua chocolaterie e coloro che invece continuano a vederla con cieca diffidenza e a tramare per liberarsi di lei. La mia preferita, fin dalla sua prima apparizione, è stata Armande: è fantastica perchè intelligente, acuta, senza peli sulla lingua e che non si fa prendere in giro da nessuno. Anche Joséphine è un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi, ed è quella che compie l'evoluzione psicologica più importante. In generale, non c'è personaggio che sia uguale a sé stesso dall'inizio alla fine del romanzo e questo è uno degli aspetti a cui faccio sempre molta attenzione non amando particolarmente le figure statiche; ciascuno degli abitanti di Lansquenet subisce un cambiamento, piccolo o grande che sia, grazie alla vicinanza di Vianne; e Vianne stessa, per la prima volta, subisce anche lei dei grandi cambiamenti. Per quanto riguarda la storia d'amore, che nel film prende una buona parte della trama, nel libro praticamente non esiste (Vianne e Roux passano una notte d'amore, dalla quale lei si ritroverà incinta, ma al termine del racconto si fa accenno al fatto che Roux è innamorato di Joséphine) mentre viene dedicato uno spazio molto maggiore ai rapporti tra Vianne e i suoi compaesani e alla "lotta" con Reynaud, che rappresenta il bigottismo e l'ipocrisia tipici di certi ambienti di Chiesa (di gente così ne si trova in tutte le parrocchie, fortunatamente non sempre sono preti).

Nel complesso, un libro estremamente piacevole, intenso e che si lascia gustare come gli squisiti cioccolatini de La Celeste Praline.

In questa regione abbagliante la gente è scialba. Il colore è un lusso; non sta bene portarlo. I fiori colorati sul bordo della strada qui sono erbacce, invadenti, inutili.
Reggevamo una candela ciascuna, Anouk soffiava nella sua trombetta-giocattolo mentre io battevo un cucchiaio di metallo in una vecchia padella, e per dieci minuti abbiamo pestato i piedi girando in tondo in ogni stanza, gridando e cantando a squarciagola - Fuori! Fuori! Fuori! - fino a quando i muri non si sono messi a tremare e i fantasmi disturbati non sono scappati [...] Ovviamente, so che è solo un gioco. Incantesimi per consolare una bambina spaventata. Ci sarà del lavoro da fare, lavoro duro, prima che tutto questo diventi realtà. Ma per ora basta sapere che la casa ci dà il benvenuto, come noi la accettiamo con gioia.
«Conosco il vento che vi ha portate», ha detto Armande intensamente. «L'ho sentito. Martedì Grasso, giorno di carnevale. Les Marauds sono pieni di gente del carnevale: zingari, spagnoli, ambulanti, pieds-noirs e indesiderabili. Vi ho riconosciute subito, tu e la tua bambina - e come ti fai chiamare questa volta?»
«Vianne Rocher». Ho sorriso. «E questa è Anouk».
Richiude di nuovo gli occhi, e io comincio a cantare piano:
"V'là l'bon vent, v'là l'joli vent,
V'là l'bon vent, ma mie m'appelle..."
Sperando che questa volta rimanga una ninna-nanna.
Che questa volta il vento non senta. Che questa volta... per piacere, solo questa... se ne vada senza di noi.
(explicit)

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