My rating: 3 of 5 stars
Prima puntata della saga di Ramses, l'avvenimento letterario dell'anno, una serie che ha venduto oltre tre milioni di copie. La storia del grandissimo faraone, il "figlio della luce", che portò all'apogeo la gloria del suo paesee ne diffuse la sapienza. Christian Jacq, esperto di egittologia, trasferisce nelle storie costruite attorno a personaggi realmente vissuti, le scoperte venute alla luce con gli studi più recenti.
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Attorno a Ramses ruotano innumerevoli personaggi: la madre Tuya, il precettore Sary, gli amici Mosè (si, proprio quel Mosè: secondo alcune interpretazioni della Bibbia, sembra infatti che fosse proprio durante il regno di Ramesse II che Mosè colpì l'Egitto con le dieci piaghe per liberare il popolo ebraico dalla schiavitù), Ameni, Setau e Asha, la bella Iset e Nefertari, destinata come sappiamo a diventare la grande sposa reale.
Un punto di forza di questo romanzo è sicuramente il fatto che Jacq ci mostra l'umanità di queste figure così austere e misteriose quali sono quelle dei faraoni d'Egitto: a scuola ci descrivono il faraone come un essere di origine divina che sta al di sopra del popolo e del paese che governa, una figura quasi impalpabile e probabilmente questa era davvero l'impressione che faceva al popolo egiziano. In realtà, bisogna ricordarsi che il faraone era prima di tutto un essere umano, e di conseguenza anche lui doveva per forza essere vittima di timori, ansie e paure. Contemporaneamente, la presenza di un retroscena magico composto da rituali, amuleti, luoghi sacri e divinità aiuta a mantenere la figura del faraone in una posizione di confine tra il mondo degli uomini e quello degli dei e lo innalza nuovamente ad un livello superiore (a volte infatti, ho avuto l'impressione che il contesto culturale moderno entrasse a "contaminare" il racconto, ma credo sia inevitabile, a maggior ragione se si parla di una cultura così antica e in gran parte ancora sconosciuta). Una buona dose di intrighi e avventure pericolose aggiungono poi quell'elemento di "suspance" che impedisce al lettore di staccare gli occhi dalle pagine.
L'unica parte del romanzo che mi ha lasciato un po' perplessa e non mi ha convinta fino in fondo è stato l'arrivo di Menelao ed Elena al ritorno dalla guerra di Troia. Diciamo che mi è sembrato in parte forzato, sarà che non amo particolarmente gli intrecci di leggende o di avvenimenti. Anche il fatto che Omero abbia composto l'Iliade in Egitto... mah, non so. Fortunatamente i capitoli riguardanti i greci non sono molti e nel complesso questo primo capitolo della saga mi ha soddisfatto. Avendo già quasi terminato il secondo libro, mi azzardo a dire che "La dimora millenaria" è a mio parere più bello.
Iniziato il: 19 giugno 2011
Terminato il: 23 giugno 2011
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