My rating: 5 of 5 stars
La Terra non ci sopporta più. E basta un’enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e uno sciopero dei netturbini di Manhattan a scatenare una disastrosa catastrofe ecologica. Ah, mondo infame! Sarà arrivata l’Apocalisse? Parigi è finita sotto sei metri d’acqua e i pesci si aggirano per le strade e i caffè di Montparnasse; a San Pietroburgo esplode una centrale nucleare; nel mondo stravolto si scatena la Terza guerra mondiale, mancano le fonti di energia e l’economia globale è crollata. Ma in mezzo ai boschi del Kainuu, nella Finlandia centrale, Asser Toropainen, un vecchio comunista “grande bruciachiese”, in punto di morte ha destinato tutti i suoi beni alla costruzione di un tempio. E tutt’intorno a quest’improbabile santuario è cresciuta una comunità silvestre di gente laboriosa e gaudente che vive di caccia, pesca e giardinaggio, in autarchia e prosperità, indifferente alla catastrofe universale. Un gruppo di strampalati personaggi paasilinniani tanto geniali quanto testardi, che naviga in mezzo ai marosi di un pianeta che va in malora con l’incoscienza di un’Utopia senza tempo. Con lo sguardo ironico di Paasilinna ci troviamo a immaginare un passato e un futuro nemmeno così lontani, contemplando la vanità delle ideologie e del consumismo, e le farneticazioni della nostra civiltà inutilmente complicata. E se l’Apocalisse deve venire, che venga pure. Paasilinna non è certo il tipo da farsene un problema.
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Quando posso dare 5 stelline ad un libro mi sento davvero felice e "L'allegra apocalisse" se le merita tutte. Ciò che più mi ha colpito è il contrasto che nello stesso tempo è fusione tra la tragicità degli eventi narrati e lo stile dell'autore che riesce a porre in chiave ironica ogni evento, senza per contro infastidire il lettore. Credo infatti che riuscire a mantenersi entro i limiti senza sfociare nel grottesco o addirittura nel ridicolo sia davvero difficile.
"L'allegra apocalisse" è un titolo perfetto per questo romanzo, forse addirittura (probabilmente sarà la prima ed unica volta che queste parole usciranno dalla mia bocca) migliore di quello originale che, tradotto con google translator dato che il finlandese ancora mi manca, significa "Il miglior villaggio del mondo". In effetti di apocalisse si parla, perchè quello in cui è ambientato in racconto è un mondo in completo declino, nel quale le persone muoiono per la fame, il freddo e le malattie, in cui non circolano automobili semplicemente perchè il petrolio non si trova più nemmeno sul mercato nero e che viene sventrato dalle bombe atomiche che seguono l'inizio della terza guerra mondiale. Indifferente o quasi a tutto questo disastro è una comunità sviluppatasi nei boschi della Finlandia attorno alla chiesa costruita secondo le ultime volontà di Asser Toropainen i cui abitanti riescono a sopravvivere in completa autonomia attraverso allevamento, agricoltura, caccia e pesca grazie alla saggia guida di Eemeli Toropainen, nipote del defunto Asser. Tutti questi ingredienti, che teoricamente avrebbero dovuto dar vita ad un romanzo straziante, attraverso la penna di Arto Paasilinna si trasformano in un libro che senza angosciare il lettore (anzi, spesso strappando un sorriso) lo fa riflettere sulla nostra condizione politica, economica, ecologica e sociale.
Terminato il: 18 giugno 2011
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