My rating: 4 of 5 stars
Come mi è già successo molte volte, l'acquisto di questo libro è stato un colpo di fulmine: quel "non so che" che spesso mi fa capire con una sola occhiata che quello è ciò che fa per me. E in effetti è stato un'ottimo acquisto.
"Il club dei desideri impossibili" è una raccolta di racconti narrati da Salvator Fuensanta, un bizzarro signore che lavora come spazzino in un aereoporto internazionale e intrattiene i passeggeri in attesa del proprio volo con le sue storie incredibili che raccoglie in giro per l'aeroporto o dalle sue esperienze di vita. Ci sono storie di tutti i tipi, e alcune sono davvero particolari, a volte al limite dell'assurdo, raccontate in una specie di flusso di coscienza; un fiume di parole che investe questi viaggiatori sempre di corsa. Quella del Giappone - a cui si deve il titolo originale del libro - è probabilmente la più pazzesca e strampalata, ma ce ne sono anche alcune abbastanza angoscianti, come la storia di Domingo Milliòn e il club dei desideri impossibili, oppure la storia del vicino di casa di Fuensanta, Eduardo Juesas.
I personaggi che si avvicinano al narratore sono senza volto e senza nome: di loro si conoscono solo i dettagli funzionali alla narrazione, come comportamenti o frasi che riportano alla mente di Salvator Fuensante una storia particolare ma non rubano mai il posto d'onore del narratore, l'unico con il talento e l'inventiva necessaria per poter raccontare le sue storie.
Non ho capito la scelta di traduzione del titolo allontanandosi così tanto dall'originale: "Cosas que nunca ocurrirìan en Tokio" ("Cose che non accadrebbero mai a Tokio") che è un titolo molto divertente e ironico, che cattura l'attenzione ma il cui significato di collante dell'intero libro si coglie solo durante la lettura. E' il solito problema delle traduzioni dei titoli in italiano, una delle brutte abitudini che meno sopporto dell'editoria del nostro paese.
Non ho capito la scelta di traduzione del titolo allontanandosi così tanto dall'originale: "Cosas que nunca ocurrirìan en Tokio" ("Cose che non accadrebbero mai a Tokio") che è un titolo molto divertente e ironico, che cattura l'attenzione ma il cui significato di collante dell'intero libro si coglie solo durante la lettura. E' il solito problema delle traduzioni dei titoli in italiano, una delle brutte abitudini che meno sopporto dell'editoria del nostro paese.
Iniziato il: 16 febbraio 2010
Terminato il: 17 febbraio 2010
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