Recensione: "La breve favolosa vita di Oscar Wao"

(The Brief Wondrous Life of Oscar Wao)
di Junot Diaz

Formato: Paperback, 346 pagine
Editore: Mondadori, 2008
Genere: Narrativa contemporanea
Data prima pubblicazione: 2007
Lettura n.: 28/2015
Preso da: Biblioteca


Voto: 7.5/10

Dicono che sia venuto dall'Africa, racchiuso nelle grida degli schiavi; che fosse l'anatema finale degli indiani Taino, pronunciato mentre un mondo moriva e un altro nasceva; o che fosse un demone, penetrato nella Creazione attraverso la porta dell'incubo dischiusa alle Antille. Fukù americanus, o più colloquialmente fukù: usato in genere per indicare qualche tipo di maledizione o sventura, e in particolare la Maledizione e la Sventura del Nuovo Mondo.
incipit
Commento
Ammetto di non aver capito del tutto questo romanzo, però nel suo complesso mi è piaciuto, e molto. La breve favolosa vita di Oscar Wao racconta sì la vita del protagonista, appunto l'Oscar Wao del titolo, un ragazzo nerd, grasso e perennemente emarginato da tutti, ma è anche e forse principalmente la storia della sua famiglia.

In molti aspetti il romanzo mi ha ricordato le grandi saghe familiari della letteratura sudamericana: il fatto di poter seguire più generazioni della famiglia di Oscar, la presenza di figure femminili che "dominano" la scena con la loro possenza che è sia fisica ma soprattutto carismatica, la parte preponderante giocata dalla Storia, quella con la S maiuscola, che è l'altra protagonista e dominatrice del romanzo: la Repubblica Dominicana è un paese del quale prima di leggere questo libro non conoscevo assolutamente nulla, ma ha vissuto un passato di dittature come molti altri paesi sudamericani e le vicende si svolgono in gran parte durante la dittatura di Trujillo, che dominò il paese per più di trent'anni.

L'ambientazione è resa in maniera eccellente: specialmente nelle parti ambientate nel passato si viene letteralmente trasportati nella Santo Domingo degli anni '40-'50 e si riesce addirittura quasi a percepire l'odore delle strade e dei locali. Anche la parte di romanzo ambientata ai nostri giorni è molto ben strutturata e mi è piaciuto in particolar modo il contrasto tra la drammaticità della vita del protagonista e la colloquialità e la leggerezza con cui il narratore ci racconta le sue vicissitudini.

L'aspetto che più di tutti mi ha lasciato perplessa riguarda proprio il protagonista: non ho capito le motivazioni alla base della scelta di dare così tanta attenzione come viene fatto alla "nerditudine" di Oscar Wao, incluso l'utilizzo davvero vasto di espressioni e riferimenti a libri, film, videogiochi che appartengono al 'mondo nerd' (riferimenti al Signore degli Anelli, Star Wars, Dune tanto per citare i primi che mi vengono in mente). E' vero che il suo essere "sfigato" e senza alcun successo con le ragazze lo rende l'emarginato che è, vivendo in una società estremamente machista, in cui l'unico modo per dimostrare di essere un vero uomo è quello di lasciarsi dietro una scia infinita di donne, però resta il fatto che non ho del tutto colto l'importanza dell'elemento nerd all'interno del romanzo: insomma, poteva essere semplicemente brutto e sfigato.

Incomprensioni a parte, il romanzo è senza dubbio particolare e intenso, oltre ad essere molto dinamico seppur nella drammaticità degli eventi narrati e delle sensazioni che suscita. Il Pulitzer è meritatissimo, anche solo per lo spaccato della storia e della società dominicana che riesce a dipingere. Come sempre devo dire grazie alle sfide di aNobii per darmi l'occasione di scoprire romanzi che altrimenti mai avrei letto.


Lettura: 29 marzo 2015 - 03 aprile 2015
Ambientazione: Santo Domingo/Repubblica Dominicana - New York/USA

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