Il libraio
(Le Libraire)
di Régis de Sá Moreira
Serie: -
Formato: Paperback, 128 pagine
Editore: Aisara, 2011 (I edizione 2004)
Genere: Romanzo, libri sui libri
Inizio lettura: 02 dicembre 2013
Fine lettura: 06 dicembre 2013
Preso da: Biblioteca
Lettura n.: 56/2013
(Le Libraire)
di Régis de Sá Moreira
Serie: -
Formato: Paperback, 128 pagine
Editore: Aisara, 2011 (I edizione 2004)
Genere: Romanzo, libri sui libri
Inizio lettura: 02 dicembre 2013
Fine lettura: 06 dicembre 2013
Preso da: Biblioteca
Lettura n.: 56/2013
Il mio giudizio:
A migliaia di chilometri dal luogo in cui vi trovate, in un paese, una città, una libreria qualunque, un libraio aprì gli occhi
(incipit)
Trama:(incipit)
A migliaia di chilometri dal luogo in cui vi trovate, in un paese, una città, una libreria qualunque, vive un libraio un po' fuori dal comune.
Si nutre solo di libri e tisane e, per non abbandonare i suoi libri, tiene aperta la libreria giorno e notte, sette giorni su sette.
Si prende cura dei suoi clienti, in particolar modo di quelli che non hanno mai letto un libro, quelli che frugano tra gli scaffali alla ricerca di sé stessi, quelli che cercano risposte spinti da un interrogativo che li perseguita, e delle ragazze affette dalla sindrome da ultima copia.
Eppure il libraio non sa di essere speciale: pensa di essere come tutti gli altri, o, almeno, come tutti gli altri librai.
Si nutre solo di libri e tisane e, per non abbandonare i suoi libri, tiene aperta la libreria giorno e notte, sette giorni su sette.
Si prende cura dei suoi clienti, in particolar modo di quelli che non hanno mai letto un libro, quelli che frugano tra gli scaffali alla ricerca di sé stessi, quelli che cercano risposte spinti da un interrogativo che li perseguita, e delle ragazze affette dalla sindrome da ultima copia.
Eppure il libraio non sa di essere speciale: pensa di essere come tutti gli altri, o, almeno, come tutti gli altri librai.
Commento:
Ci sono libri che ci fanno sentire davvero fortunati ad avere avuto l'occasione di incontrarli durante la nostra vita di lettori, non tanto per il loro alto valore letterario o per la loro perfezione, ma perché ci trasmettono delle sensazioni speciali e sembrano quasi essere stati scritti apposta per noi. Con Il libraio a me è successo esattamente questo, ha toccato le mie corde e ha risposto perfettamente non solo alle mie aspettative ma anche ai miei gusti: a me piacciono le cose strane, e questo libro è decisamente strano; l'ho dovuto leggere due volte e nonostante ciò credo che se lo leggessi ancora e ancora scoprirei sempre qualcosa di nuovo, qualche dettaglio di cui alle letture precedenti non mi ero resa conto.
Nella scheda del libro ho indicato "Genere: romanzo"; in realtà non si tratta di un vero e proprio romanzo perché la narrazione è frammentata e i vari capitoli raccontano diversi episodi della vita del libraio. Allo stesso tempo non si può nemmeno dire che sia un insieme di racconti perché gli episodi non sono indipendenti l'uno dall'altro ma collegati tra loro, o perché un capitolo prende spunto da quello precedente per narrare un altro episodio, o perché vi sono motivi ricorrenti che non si capirebbero se si leggessero i capitoli separatamente. Ad esempio le tisane: il libraio beve una tisana dopo ogni cliente e il gusto della tisana stessa è associata al "gusto" che ha avuto l'incontro con quel determinato cliente (un signore irritante e maleducato, per esempio, porterà il libraio a scegliere una tisana all'ortica).
Il protagonista è un libraio particolare. Diciamo che rappresenta più l'essenza del libraio, l'idea (o forse l'ideale) più che una persona realmente esistente: è un po' quello che tutti i librai vorrebbero o dovrebbero essere ma che, per diverse ragioni, non possono essere; è il libraio nascosto dentro ogni libraio. Ok, mi fermo, si è capito. Durante le sue giornate, a questo libraio capita di incontrare i più svariati clienti, anche loro dalle caratteristiche esagerate che simboleggiano determinati "tipi umani"; alcuni di questi fanno davvero molto ridere, altri li ho capiti solo dopo la rilettura, altri ancora non li ho proprio capiti ma mi hanno fatto ridere lo stesso. Tra i vari personaggi ricorrenti che entrano ed escono dalla libreria ci sono i Testimoni di Geova e soprattutto Dio, che è un po' suscettibile e ogni tanto se ne va offeso, scontrandosi con il Testimone di Geova che è appena entrato.
Si sarà capito a questo punto che Il libraio è un libro metaforico ed è un tipo di lettura che io amo molto, perchè mi lascia "spazio di manovra": mi permette di interpretarlo come preferisco, non dà delle regole fisse o dei messaggi ben chiari e tutto viene lasciato all'intuito/pensiero del lettore. Allo stesso tempo, a causa di questa sua caratteristica e dell'essere anche molto breve, è un po' "sfuggevole", uno di quei libri che rischiano di passare senza rimanere: per questo motivo ho voluto leggerlo un paio di volte e non fermarmi alla prima lettura. Questo secondo me è il rischio di questo tipo di storie: rischiano di essere poco incisive e di volare via in un soffio, anche se sinceramente non saprei proprio come rimediare a questo "difetto".
Nella scheda del libro ho indicato "Genere: romanzo"; in realtà non si tratta di un vero e proprio romanzo perché la narrazione è frammentata e i vari capitoli raccontano diversi episodi della vita del libraio. Allo stesso tempo non si può nemmeno dire che sia un insieme di racconti perché gli episodi non sono indipendenti l'uno dall'altro ma collegati tra loro, o perché un capitolo prende spunto da quello precedente per narrare un altro episodio, o perché vi sono motivi ricorrenti che non si capirebbero se si leggessero i capitoli separatamente. Ad esempio le tisane: il libraio beve una tisana dopo ogni cliente e il gusto della tisana stessa è associata al "gusto" che ha avuto l'incontro con quel determinato cliente (un signore irritante e maleducato, per esempio, porterà il libraio a scegliere una tisana all'ortica).
Il protagonista è un libraio particolare. Diciamo che rappresenta più l'essenza del libraio, l'idea (o forse l'ideale) più che una persona realmente esistente: è un po' quello che tutti i librai vorrebbero o dovrebbero essere ma che, per diverse ragioni, non possono essere; è il libraio nascosto dentro ogni libraio. Ok, mi fermo, si è capito. Durante le sue giornate, a questo libraio capita di incontrare i più svariati clienti, anche loro dalle caratteristiche esagerate che simboleggiano determinati "tipi umani"; alcuni di questi fanno davvero molto ridere, altri li ho capiti solo dopo la rilettura, altri ancora non li ho proprio capiti ma mi hanno fatto ridere lo stesso. Tra i vari personaggi ricorrenti che entrano ed escono dalla libreria ci sono i Testimoni di Geova e soprattutto Dio, che è un po' suscettibile e ogni tanto se ne va offeso, scontrandosi con il Testimone di Geova che è appena entrato.
Si sarà capito a questo punto che Il libraio è un libro metaforico ed è un tipo di lettura che io amo molto, perchè mi lascia "spazio di manovra": mi permette di interpretarlo come preferisco, non dà delle regole fisse o dei messaggi ben chiari e tutto viene lasciato all'intuito/pensiero del lettore. Allo stesso tempo, a causa di questa sua caratteristica e dell'essere anche molto breve, è un po' "sfuggevole", uno di quei libri che rischiano di passare senza rimanere: per questo motivo ho voluto leggerlo un paio di volte e non fermarmi alla prima lettura. Questo secondo me è il rischio di questo tipo di storie: rischiano di essere poco incisive e di volare via in un soffio, anche se sinceramente non saprei proprio come rimediare a questo "difetto".
Allo spuntar del sole e al calar della notte, il libraio accendeva semplicemente una lampada a petrolio che appendeva sopra al banco. Quando arrivava un cliente notturno, il libraio lo accompagnava tra gli scaffali tenendo la lampada a petrolio sollevata con una mano, ora all'altezza del suo viso, ora all'altezza del viso del cliente. Il libraio e il cliente camminavano così, fianco a fianco, sussurrando in mezzo ai libri che stavano per iniziare o finire la nottata.
Covers:
altre...
L'autore:
Régis de Sá Moreira è nato nel 1973 nella periferia parigina da padre brasiliano e madre francese. Autore di vari romanzi, ha riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica, ottenendo nel 2002 il premio Le Livre Élu.
Bibliografia:
"Marito è moglie" (Mari et Femme) - 2008
Régis de Sá Moreira è nato nel 1973 nella periferia parigina da padre brasiliano e madre francese. Autore di vari romanzi, ha riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica, ottenendo nel 2002 il premio Le Livre Élu.
Bibliografia:
"Marito è moglie" (Mari et Femme) - 2008
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti va, lasciami la tua opinione!