Titolo originale: Can't Wait to Get to Heaven
Serie: Elmwood Springs, n.3
Data di pubblicazione: 2006
Editore: Sonzogno, 2007
Formato: Hardback, 372 pag.
Inizio lettura: 22 luglio 2013
Fine lettura: 23 luglio 2013
Lettura n.: 28/2013
Il mio voto: ★★★★☆
L'ultima cosa che Elner Shimfissle ricordava, dopo aver accidentalmente disturbato quel nido di vespe tra le foglie del fico, era di aver detto: "Ops". Dopo di che si era ritrovata al pronto soccorso di un ospedale, a domandarsi come diavolo ci fosse finita.
Sono parecchio in ritardo con questa recensione ma in queste ultime settimane non ho mai avuto molto tempo. Ora finalmente sono in VACANZA e posso dedicarmi a portare avanti tutti gli arretrati del blog.
Con questo romanzo, Fannie Flagg ha confermato tutte le impressioni positive che mi ero fatta di lei dopo aver letto "Pomodori Verdi Fritti al Caffé di Whistle Stop": questo libro è letteralmente un amore. I romanzo racconta la storia di Elner, un'arzilla e simpaticissima vecchietta che crea non pochi problemi al sua nipote Norma (già di per sé ansiosa e propensa alle crisi di panico) con la sua intraprendenza e il non voler rendersi conto dei limiti imposti dalla sua età: così un giorno Elner cade dall'albero di fico si cui si era arrampicata e, purtroppo, muore. Inizia così il doppio racconto delle vicende che seguono la morte di Elner sulla Terra e di quello che invece accade a lei in Paradiso, dove viene accolta per poi essere rispedita giù per diffondere un messaggio di gioia e speranza tra le persone che conosce. In realtà, durante la sua vita Elner aveva già fatto del bene a moltissime persone ed è bello vedere quante accorrono immediatamente alla notizia della sua morte e conoscere le storie che la legano ai vari abitanti di Elmwood Spring. In più, è divertentissima anche tutta la serie di incontri che Elner fa in Paradiso. Fannie Flagg ha un modo di scrivere ironico, divertente e saggio allo stesso tempo: ho adorato Elner (che fa davvero morire dal ridere: è fantastica) e ho amato molto tutti i personaggi che prendono parola nei vari capitoli. Infatti, pur essendo narrato principalmente da Elner e da Norma, il romanzo riporta anche i punti di vista di tutta una serie di altri personaggi che per vicende varie sono state legate alla protagonista.
Anche qui, insomma, ho ritrovato la stessa atmosfera dolce e ironica a cui la Flagg mi aveva abituato e in più è stata una bella coincidenza ritrovare anche qui temi molto simili a quelli di The Lost Symbol di Dan Brown, ma sviluppati in maniera completamente opposta.
Con questo romanzo, Fannie Flagg ha confermato tutte le impressioni positive che mi ero fatta di lei dopo aver letto "Pomodori Verdi Fritti al Caffé di Whistle Stop": questo libro è letteralmente un amore. I romanzo racconta la storia di Elner, un'arzilla e simpaticissima vecchietta che crea non pochi problemi al sua nipote Norma (già di per sé ansiosa e propensa alle crisi di panico) con la sua intraprendenza e il non voler rendersi conto dei limiti imposti dalla sua età: così un giorno Elner cade dall'albero di fico si cui si era arrampicata e, purtroppo, muore. Inizia così il doppio racconto delle vicende che seguono la morte di Elner sulla Terra e di quello che invece accade a lei in Paradiso, dove viene accolta per poi essere rispedita giù per diffondere un messaggio di gioia e speranza tra le persone che conosce. In realtà, durante la sua vita Elner aveva già fatto del bene a moltissime persone ed è bello vedere quante accorrono immediatamente alla notizia della sua morte e conoscere le storie che la legano ai vari abitanti di Elmwood Spring. In più, è divertentissima anche tutta la serie di incontri che Elner fa in Paradiso. Fannie Flagg ha un modo di scrivere ironico, divertente e saggio allo stesso tempo: ho adorato Elner (che fa davvero morire dal ridere: è fantastica) e ho amato molto tutti i personaggi che prendono parola nei vari capitoli. Infatti, pur essendo narrato principalmente da Elner e da Norma, il romanzo riporta anche i punti di vista di tutta una serie di altri personaggi che per vicende varie sono state legate alla protagonista.
Anche qui, insomma, ho ritrovato la stessa atmosfera dolce e ironica a cui la Flagg mi aveva abituato e in più è stata una bella coincidenza ritrovare anche qui temi molto simili a quelli di The Lost Symbol di Dan Brown, ma sviluppati in maniera completamente opposta.
Ce l'ho in wishlist da secoli questo libro, ma non mi decido mai a provarlo perché ho paura di rimansere delusa dopo che Pomodori verdi fritti mi era paiciuto così tanto! Iltuo commento mi rincuora parecchio! :)
RispondiEliminaSi si, ti confermo che mi è piaciuto moltissimo e anzi, ho intenzione di leggere anche gli altri libri scritti da quest'autrice: la trovo bravissima!
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