L'anno della lepre

sfide: del nord e del freddo
Titolo originale: Jäniksen vuosi
Autore: Arto Paasilinna
Anno di pubblicazione: 1994
Editore: Iperborea
Pagine: 199

Iniziato il: 22 novembre 2011
Terminato il: 24 novembre 2011
Valutazione:★★★★

Sull'automobile viaggiavano due uomini depressi. Il sole al tramonto, battendo sul parabrezza polveroso, infastidiva i loro occhi. Era l'estate di San Giovanni. Lungo la strada sterrata il paesaggio finlandese scorreva sotto il loro sguardo stanco, ma nessuno dei due prestava la minima attenzione alla bellezza della sera.
(incipit)

Trama
Giornalista quarantenne a Helsinki, Vatanen ha raggiunto quel momento dell’esistenza in cui di colpo ci si chiede quel “ma perché” che si è cercato sempre di reprimere, nascondendo a se stessi e agli altri che quel grigiore a cui si è arrivati a furia di rinunciare ai sogni, di accettare compromessi, di rassegnarsi al logoramento delle amicizie, del lavoro, degli amori, quel qualcosa in cui siamo rimasti impigliati e in cui non ci riconosciamo, è in realtà la nostra vita. Una sera, tornando in macchina da un servizio fuori città con un amico fotografo, investe una lepre, che fugge ferita nella campagna. Vatanen scende dall’automobile, la trova, la cura e, sordo ai richiami dell’amico, sparisce con lei nei boschi intorno. Da quel momento inizia il racconto delle svariate, stravaganti, spesso esilaranti peripezie di Vatanen, trasformato in un vagabondo che parte all’avventura, on the road, un wanderer senza fretta e senza meta attraverso la società e la natura, in mezzo alle selvagge foreste del Nord e alle imprevedibili reti della burocrazia, sempre accompagnato dalla sua lepre come irrinunciabile talismano. E la sua divertente e paradossale fuga dal passato diventa un viaggio iniziatico verso la libertà, la scoperta che la vita può essere reinventata ogni momento e che, se la felicità è per natura anarchica e sovversiva, si può anche provare ad avere il coraggio di inseguirla. Un libro-culto nei paesi nordici che ha creato un genere nuovo: il romanzo umoristico-ecologico. (dal retro di copertina)

Commento
Chi non ha mai sognato, almeno una volta nella vita, di avere il coraggio di mollare tutto e sparire? Lasciare il lavoro, la routine noiosa e tutte quelle consuetudini che ci stufano e ci stressano per vivere davvero "alla giornata", senza più pensare al futuro. Vatanen riesce a fare tutto questo e, accompagnato solo dalla sua fedele lepre, inizia un vagabondaggio per tutta la Finlandia alla perenne ricerca della tranquillità. La sopravvivenza non rappresenta un problema: per Vatanen non è difficile trovare impieghi temporanei come taglialegna, vaccaro o manovale che gli permettano di riuscire a mantenersi e soprattutto a conservare la propria libertà. Il problema fondamentale è che in ogni luogo in cui si reca non riesce mai davvero ad evitare che l'invadenza della società rovini tutto, ed è quindi sempre costretto a ripartire. Che sia per colpa di un incendio, dell'alcool, di un morto in un fienile o di un matto che cerca di rubargli la lepre, la conclusione è sempre la stessa: Vatanen prende la sua lepre e se ne va alla ricerca di un nuovo luogo dove vivere la propria libertà.
Il racconto è reso straordinario dalla meravigliosa ironia di Paasilinna, che non esita a gettare una luce divertente, ma contemporaneamente riflessiva, su tutte le situazioni in cui si trova il protagonista, e dalla spettacolare natura finlandese, che non fa solo da cornice al romanzo ma ne è sempre al centro.

A mano a mano che leggo romanzi di Paasilinna mi convinco sempre di più che, pur avendo una parvenza di "autore facile", in quanto il suo stile è scorrevole e le sue storie sembrano leggere, non sia in realtà un autore per tutti; credo che sia uno di quegli scrittori con i quali o si condivide un certo modo di vedere il mondo, o non si andrà mai del tutto d'accordo e che lasceranno sempre a fine lettura un senso di insoddisfazione, un "perchè?" al quale non si riesce a dare una risposta completamente soddisfacente. Per questo non mi sentirei mai di consigliarlo: ce lo si deve trovare tra le mani e sono alla fine si può capire se lo si apprezza oppure no. Io, senza dubbio, lo adoro.
Il giornalista, lepre in braccio, sedeva sul ciglio del fosso. Sembrava una vecchia donna assorta nei suoi pensieri, con il lavoro a maglia abbandonato in grembo. Il rumore dell'auto era svanito. Il sole tramontava.
Al mattino, il levar del sole rivelò un convoglio interamente coperto di nero fango. Una mucca infangata, un uomo infangato, un vitello infangato e una lepre infangata si erano svegliati: la mucca scodellava sterco, il vitello poppava, Vatanen di fumò una sigaretta.

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