Le mie letture: La piena, di Michael McDowell (Blackwater, #1)

La pienaLa piena di Michael McDowell
My rating: 4 of 5 stars

1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey.

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Finalmente un libro che riesce a tenermi sulle spine e a sorprendermi totalmente. Erano secoli che non mi succedeva più, tra storie tutte simili e una più prevedibile dell'altra.

La città di Perdido, Alabama, è stata travolta da una piena. Dalle acque del fiume che ha invaso la città emerge in circostanze misteriose Elinor, una bellissima donna dai capelli rossi, che è inspiegabilmente sopravvissuta alla piena. L'arrivo di Elinor scuote Perdido fino al midollo, ma soprattutto la vita della famiglia Caskey, una delle più ricche della città.

Elinor conquista il cuore della maggior parte degli abitanti di Perdido, ma attorno a lei aleggia qualcosa di misterioso e inquietante, che ha a che fare con il fiume e le forze che lo abitano.

Il romanzo è un mix di elementi fantastici e horror, che però fanno solo da sfondo ad una storia che ha tanti elementi realistici e che è predominata dalle dinamiche familiari dei Caskey. L'aspetto secondo me più affascinante, è che l'autore lancia principalmente suggestioni, fa sì che il dubbio ci domini per tutto il romanzo, e mantiene il mistero sul vero volto di alcuni personaggi.

Davvero avvincente, non vedo l'ora di proseguire con il secondo volume

Iniziato il: 15 giugno 2024
Terminato il: 19 giugno 2024

Le mie letture: Manipolatori, di Elisa De Marco

ManipolatoriManipolatori di Elisa De Marco
My rating: 3 of 5 stars

Dopo il successo di Brividi, Elisa De Marco torna a raccontare quattro storie solo all'apparenza lontanissime tra loro e tuttavia unite dalla stessa, inquietante matrice psicologica. Cosa accomuna il caso di Jan Broberg, una ragazzina rapita e violentata da un uomo che si era conquistato la fiducia della sua famiglia, a quello di Jchandra Brown, una sedicenne emotivamente fragile, persuasa da un amico a suicidarsi, per filmare il tutto con il cellulare? Qual è il legame tra la storia di Melania Rea, uccisa con trentacinque coltellate dal marito che si era costruito una vita parallela, e le dinamiche interne a una setta come quella delle Bestie di Satana, alcuni dei cui membri si sono macchiati o sono caduti vittima di omicidi degni di un film dell'orrore? In Manipolatori, grazie allo sguardo e alla voce che l'hanno resa regina indiscussa del true crime, Elisa fa luce sulle trappole psicologiche nelle quali, molto spesso e contrariamente a quanto si possa pensare, è facile cadere, e indaga l'abisso verso cui può spingersi un carnefice quando incontra la sua vittima.

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Da fedelissima follower del canale Elisa True Crime non potevo esimermi dal leggere anche il suo secondo libro.

La parte che approfondisce l'analisi della manipolazione è interessante ma molto scarna e superficiale. Onestamente avrei preferito che quelle parti fossero scritte e approfondite dalla psicologa perché è forse la parte più interessante del testo. Dei quattro casi presentati ne conoscevo bene due su quattro grazie al podcast di Indagini, ma se il "ripasso" della storia è funzionale alla comprensione del meccanismo manipolatorio allora va benissimo. Così effettivamente è stata una ripetizione di cose che già sapevo senza però aggiungere molto. Non so, secondo me poteva essere fatto meglio ma capisco che si tratti di una mossa di marketing più che di divulgazione e quindi diciamo che me l'aspettavo. È stato comunque piacevole da leggere.

Iniziato il: 14 giugno 2024
Terminato il: 15 giugno 2024

Le mie letture: Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, di Raymond Carver

Di cosa parliamo quando parliamo d'amoreDi cosa parliamo quando parliamo d'amore di Raymond Carver
My rating: 3 of 5 stars

Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Parliamo di un bicchiere di gin che si rovescia in una stanza dove discutono due coppie stanche. Parliamo di vecchi amici che forse per noia, forse per altro, commettono senza rendersene conto un delitto terribile. Parliamo di pasticceri a cui non hanno ritirato torte di compleanno. Parliamo di gesti che sembrano insignificanti, e invece sono in grado di restituire a ogni vita tutta la grazia nascosta dietro la banalità della cattiveria e della paura. I diciassette racconti che hanno reso Raymond Carver un autore di culto: l'espressione più limpida di una scrittura che con miracolosa semplicità arriva sempre al cuore delle cose.

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Forse dovrei rileggerlo perché così, di primo acchitto, non penso di averlo apprezzato molto. Riconosco il grande talento che ci vuole per dipingere questi estratti di quotidianità, ma forse quella che appare in questi racconti è troppo grigia perché io riesca ad apprezzarli in questo momento della mia vita; infatti alla fine l'unico racconto che mi è davvero piaciuto è stato "Distanza", seppure anche quello racconti di un momento felice che ormai è lontano. Insomma, credo di aver bisogno di letture più ottimiste e di farmi raccontare vite più luminose in questo momento della mia vita.

Iniziato il: 06 giugno 2024
Terminato il: 13 giugno 2024


Le mie letture: Il vecchio nell'angolo, di Emmuska Orczy (Teahouse Detective, #1)

Il vecchio nell'angoloIl vecchio nell'angolo di Emmuska Orczy
My rating: 3 of 5 stars

Quando tra il 1901 e il 1909, sulla Royal Magazine, uscirono le novelle dell'Old Man in the Corner, la Baronessa Orczy aveva già maturato una significativa esperienza di letteratura popolare, essendo lei l'inventrice della serie della Primula Rossa. Al genere poliziesco l'aveva convinta l'enorme successo di Sherlock Holmes, e poiché il «giallo» è un genere seriale nella sostanza, le bastò una trovata originale per catturare lettori e ripetere - con appena minor clamore - le fortune del grande modello scelto. I suoi misteri hanno, quindi, una scenografia fissa: c'è un vecchio antipatico, insignificante e senza nome, che siede in un angolo di un pubblico locale - sorbendo, diremmo noi italiani, cappuccini e brioche - e dipana, davanti agli occhi sorpresi e allo stupore rapito di una giornalista, tal Polly Burton, che lo interroga, gli enigmi criminosi più contorti su cui si è fermato il suo gusto estetizzante e tronfio di generale risentimento. E tra questi racconti gialli della baronessa ungherese, ma inglese naturalizzata, Emmuska Orczy (1865-1947) uno ve n'è celebre, che sconvolge tutte le regole, sia del genere che della morale: Il misterioso decesso in Percy Street.

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Una serie di racconti gialli che hanno in comune l'essere narrati dallo stesso personaggio, un vecchio che siede sempre nell'angolo in un caffè, ad una giovane giornalista. Molto carino e di piacevole lettura. Il vecchio nell'angolo è odioso ma lo spunto è simpatico per introdurre i vari racconti, e poi è gustoso il piccolo colpo di scena finale.

Iniziato il: 07 maggio2024
Terminato il: 02 giugno 2024